Lunedì scorso gli editori italiani si sono riuniti per prevenire nel 2015 quanto accaduto lo scorso anno circa la delicata questione del finanziamento pubblico per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Informazione ed Editoria.
“Un incontro molto positivo, il Governo ha manifestato tutta l’intenzione di mettere mano alla materia del fondo per l’editoria e gestire l’eventuale periodo di “transizione” dal sistema precedente a quello nuovo che si andrà definendo con la riforma. Quindi anche la situazione che riguarda il 2014 che si è appena chiuso ed eventualmente anche il 2015 in corso”. A parlare è Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), che continua:“Abbiamo preso appuntamento per un altro incontro nel giro di un mese, a cui sono invitate a partecipare anche sigle che oggi non erano presenti, mi pare che il Governo abbia ben presente il tema dell’editoria, un tema molto delicato che va al di la dei soli numeri che sono coinvolti nella perdita del lavoro (che pure sono estremamente importanti)”.
Pluralismo dell’informazione e sostegno alla libertà di stampa, “chiamiamolo come vogliamo, sicuramente non sentiremo più parlare del contributo all’editoria perché è un termine negativo, e lo diciamo da anni. Su questa e su altre nostre idee ho visto che sono in molti a pensarla come noi”, prosegue Zanotti. Un esempio: se il mercato pubblicitario è distorto in Italia, da qualche parte bisognerà pure mettere un puntello. “Questo puntello dovrebbero metterlo il Governo o il Parlamento, perché se qui si parla di una riforma sono questi i passaggi che dovrà effettuare”.
Il pluralismo e il mercato
Se si ragiona a bocce ferme e senza farsi prendere dall’emozione sarà difficile trovare qualcuno che dica che avere più voci sia un costo per il Paese e non una cosa da sostenere. “Certo – continua il presidente della Fisc – è necessario parlare in maniera pacata e non attraverso slogan o proclami. Questo vale per tutti, basti pensare che nella maggior parte dei Paesi europei il fondo per l’editoria sostiene il settore molto più che in Italia“. Ma l’editoria va sostenuta non nel senso che si tratta di un settore privilegiato e che per questo riesce ad attingere dalle casse dello Stato, quanto piuttosto perché, purtroppo, da sola non riesce a stare in piedi: “L’equilibrio è troppo fragile, proprio oggi abbiamo detto più volte che il mercato da solo non può regolare un settore così delicato come quello dell’editoria”.
Come favorire la libertà di stampa?
La vera questione, a questo punto è: la libertà di stampa è favorita con il sostegno di tutti i cittadini (tramite lo Stato), o lasciando la libertà al mercato? “Non lo so”, risponde Zanotti, “di sicuro questo è un bel tema. Io penso che se si sostiene un settore probabilmente questo riuscirà ad essere più libero perché ci sono meno interessi in ballo a cui dover, eventualmente, rispondere. Poi però sta sempre alla responsabilità di ognuno”. Rigore ed equità sono due punti fondamentali da raggiungere, “la seconda però non è ancora stata adottata. Per questo motivo, secondo me, dobbiamo ricercare un sistema più equo e lavorare in questa direzione. Stiamo lavorando per riuscire a creare qualcosa di nuovo e che possa eliminare qualche stortura che fa difficoltà nell’opinione pubblica affinché questo sostegno venga accettato. Almeno, questo è ciò che ci auguriamo”.
Informazione libera, fondamento della democrazia
Avere giornali sul territorio e di opinione, che sono effettivamente nelle edicole, è un punto molto importante per un Paese e “anche il Governo ha ribadito l’importanza di tutto questo, noi ora aspettiamo che alle enunciazioni di principio seguano i fatti. Anche le emittenti televisive e radiofoniche, così come il mondo del web, saranno coinvolte, perché tutto il mondo dell’informazione per la democrazia è un settore molto importante. Per la democrazia e per la libertà di ciascuno di noi.
Siamo convinti – dice ancora il presidente della Fisc – di aver riscontrato la disponibilità da parte delle Istituzioni. Ora c’è il passaggio delicato per il Presidente della Repubblica, a febbraio ne riparleremo”.
Un sostegno da modificare
In questi giorni alcuni parlamentari di tutti gli schieramenti stanno lavorando per presentare degli emendamenti al “decreto milleproroghe” relativamente al mondo dell’informazione, per cercare di trovare soluzioni adatte a sostenere questo settore. La grande differenza rispetto alla fine “incandescente” dello scorso anno sta nel ragionare, come già detto, a bocce ferme: “Se si urla in piazza, oppure si sbraita, o si urlano slogan è facile trovare dall’altro lato degli interlocutori poco disponibili. E’ stato detto, ad esempio, da più parti che il sostegno all’editoria equivarrebbe al sostegno di una casta di privilegiati. Ora però stiamo riuscendo a ragionare e perciò sono ottimista. Un sostegno al pluralismo serve, poi siamo tutti d’accordo che vadano rivisti e migliorati i modi. Ora è arrivato il momento di ragionarci su e di vedere cosa si può fare”, conclude Zanotti.
John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…
I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…
Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…