I prossimi tre anni saranno decisivi. E poi, secondo il presidente Rai Marcello Foa, viale Mazzini non ha potuto acquisire i diritti della Coppa Italia perché i prezzi erano, ormai, fuori mercato. O, almeno, fuori dalle cifre previste per il servizio pubblico. Le dichiarazioni di Foa hanno scatenato un putiferio. E al presidente Rai ha risposto, duramente (come al solito), il sindacato interno dell’Usigrai. Anche sugli altri temi che ha toccato il presidente, dal digitale e fino alla sostenibilità e al futuro della Rai stessa.
Foa è stato intervistato da Repubblica. Al quotidiano, a proposito della Coppa Italia, il presidente Rai ha detto: “Noi abbiamo preso i diritti per la Coppa del Mondo in Qatar con un costo inferiore agli ultimi mondiali. Sulla Nazionale abbiamo un impegno quasi istituzionale, perché la guardano tutti, ma la Champions ha costi molti elevati, non possiamo aumentare l’indebitamento in maniera sconsiderata sapendo che la nostra raccolta pubblicitaria è comunque limitata. Lo stesso discorso riguarda la Coppa Italia. Abbiamo fatto un’offerta congrua, ma quei prezzi per noi non erano compatibili con il servizio pubblico”. E dunque ha aggiunto: “Noi oggi non abbiamo solo la concorrenza di Netflix, di Amazon, di Discovery, Disney Channel, ma anche dei giganti digitali. E la proporzione delle risorse a livello mondiale nel 2019 era questa: 36 miliardi a disposizione dei servizi pubblici europei e 960 miliardi tra Amazon, Apple, Facebook e gli altri top player. Nel 2020 il divario sarà ancora maggiore. Come si fa a competere?”.
Il tema, per Foa, è chiaramente il digitale. “Il problema della Rai passa dai ritardi via web, perché purtroppo nei vari consigli che si sono succeduti negli ultimi anni il fattore Internet non è stato affrontato in maniera costante e nessuno ci ha creduto veramente”. Dunque ha ribadito il ruolo guida della Rai negli ascolti. “Se non cambia le proprie priorità editoriali, tecnologiche e le professionalità all’interno, da qui a tre anni rischia di scoprire che il suo pubblico si è ridotto in modo drastico. A quel punto tutti diranno: perché la Rai deve ricevere circa 1,8 mld di canone se è vista solo da una parte limitata della popolazione?”. Poi, Foa sugli ascolti. “Sugli ascolti, continuiamo a essere leader. Nel day time, la Rai ha il 37.9% e Mediaset il 30,7. Nel prime time noi il 37.7% contro il 32. Anche in Europa solo Bbc1 fa meglio, altrimenti Rai1 è la seconda tv pubblica più vista. Sull’indebitamento hanno pesato invece investimenti infrastrutturali non più rinviabili. Si è creata una reputazione fuori per cui sembra che vada tutto male, ma è sbagliato. A breve almeno, perché invece nel medio-lungo periodo sono preoccupato”.
L’intervista rilasciata dal presidente Rai non è piaciuta ai sindacalisti Usigrai. Che hanno licenziato una nota durissima nei confronti di Marcello Foa. “L’intervista rilasciata oggi a Repubblica dal presidente della Rai, Marcello Foa, è imbarazzante. Per lui. Sembra che a parlare sia un passante. E invece è un signore che ha avuto la guida del Cda, e la rappresentenza legale, della Rai per 3 anni. Se il giudizio sull’azienda è quello che esprime dovrebbe essere lui stesso a darsi un voto. E magari – visto il bilancio negativo che lui stesso traccia – restituire lo stipendio percepito in questi anni”. Ma non basta. “È evidente che nel bilancio di fine mandato di Foa ci siano gravi omissioni. Nulla dice sul fatto che la sua nomina a presidente sia avvenuta con una forzatura della legge perché è stato indicato dal governo. Niente dice sulla ulteriore forzatura della legge avvenuta in occasione della ratifica della nomina, visto che è stato necessario un secondo voto della Vigilanza. Zero dice sulla vicenda della mail truffa in cui è ingenuamente inciampato e che ha fatto rischiare alla Rai un grave danno economico”.
Ma non basta. Perché Usigrai incalza. “Nulla dice sull’annuncio in pompa magna da parte sua della partecipazione della Rai a un grande progetto Ebu di una piattaforma internazionale dei Servizi Pubblici, progetto rimasto solo uno dei suoi annunci a vuoto. Niente dice sugli attacchi che ha riservato a giornalisti dell’azienda che amministra, con lezioni degne di un 3 all’esame di giornalismo, e ovviamente continua a tacere sui silenzi che lo hanno colpito quando doveva invece, da amministratore del Servizio Pubblico, difenderne l’autonomia e la libertà”. Quindi la conclusione. “Potremmo continuare, poiché gli episodi non mancano ma per brevità ci fermiamo, considerando che già solo per uno degli episodi sopra citati la dignità e serietà, richieste per l’importanza del ruolo che si ricopre, avrebbero dovuto sollecitare quanto meno un senso d’inadeguatezza. Ci auguriamo almeno che Marcello Foa provi un po’ di imbarazzo quando passerà ancora una volta in cassa a ritirare il suo stipendio, ma soprattutto che faccia gli scatoloni quanto prima”.
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…
Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…
La notizia è passata, come spesso accade, quasi in sottofondo. In Italia Google è il…
Usigrai torna ad alzare la voce e lo fa sul piano di incentivazione all’esodo promosso…
Il gruppo Visibilia passa di mano: lo ha annunciato Il Giornale, ieri sera, nell’edizione online…
La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi.…