La Fnsi ritiene che “l’ipotizzato percorso di riforma dei rapporti Stato-agenzie di stampa nazionali debba acquisire anche il confronto con le rappresentanze dei lavoratori, di cui i giornalisti – nello specifico – sono parte essenziale e insostituibile”. E’ quanto scrive il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, in una lettera inviata al sottosegretario per l’Editoria alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, “alla vigilia di un preannunciato incontro con le imprese titolari di agenzia di stampa sottoscrittrici di contratti con il governo e con la pubblica amministrazione”.
“Sarebbe incongruo – ribadisce Siddi – e per noi non comprensibile ne’ accettabile, un percorso di riforma del comparto delle agenzie di stampa con il confronto con la sola parte degli editori. Alla luce di tentazioni emerse in alcune sedi aziendali sta, peraltro, declinando verso una del tutto impropria alterazione, l’iniziativa opera del Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio delle regole del libero mercato. Sarebbe del tutto inaccettabile se il governo immaginasse di poter avviare un percorso di riforma del comparto delle agenzie di stampa riservando il confronto alla sola parte degli editori. Cosi’, allo stesso modo – senza correttivi – diventerebbe presto del tutto impropria alterazione delle regole del libero mercato delle stesse agenzie di stampa l’opera del Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio con l’introduzione, in sede di convenzioni 2014, di una norma che tutela le concentrazioni delle imprese ed i loro fatturati, in quanto, allo stato, del tutto sganciata da criteri di garanzia della qualita’ dell’informazione e di salvaguardia dei livelli occupazionali”.
Alla vigilia del tavolo tecnico convocato con i rappresentanti legali delle agenzie di stampa, la Fnsi “ribadisce, percio’, con forza la inaccettabilita’ dei comportamenti delle societa’ editrici che, all’indomani della sottoscrizione delle convenzioni con Palazzo Chigi, hanno avviato procedure di licenziamento come nel caso di Adn-Kronos o prospettato piani di ristrutturazione con riduzione di personale come nel caso della ipotizzata fusione delle testate Asca e TmNews”. “La Fnsi – prosegue la lettera – chiede, a questo punto, al governo non solo azioni di ‘moral suasion’ nei confronti delle imprese, bensi’ l’assunzione di comportamenti coerenti che portino, attraverso uno specifico piano di settore concordato tra le parti sociali interessate, a sostenere, anche mediante l’intelligente uso dei fondi stanziati dal Parlamento in materia di editoria, le trasformazioni in atto nel comparto, nel riconoscimento del ruolo determinante che nello sviluppo di contenuti sul web e’ chiamata a svolgere l’informazione professionale di carattere primario per la conferma di valori come verita’, pluralismo, qualita’. Agli editori va sollecitato il coraggio di intraprendere la via dell’innovazione di prodotto e di processo, abbandonando logiche assistenzialistiche che li portano a vedere negli strumenti messi a disposizione dal sistema solo mezzi di galleggiamento congiunturale, a spese prevalentemente dei lavoratori (in questo caso delle stesse agenzie di stampa) con l’introduzione in sede di convenzioni 2014 di una norma che, con le eventuali concentrazioni delle imprese, non tuteli solo i loro fatturati e sia percio’ agganciata a criteri di garanzia della qualita’ dell’informazione e di salvaguardia dei livelli occupazionali”.
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