Da oggi entra in vigore un nuovo accordo collettivo nazionale di lavoro sottoscritto tra la Federazione Nazionale della Stampa e l’Anso e la Fisc. L’accordo cancella gli effetti del contratto precedentemente sottoscritto dalla Federazione Nazionale della Stampa con l’Uspi.
Il nuovo accordo prevede, sostanzialmente, due significativi aumenti degli stipendi previsti a favore di tutte le categorie di giornalisti: uno in fase di stipula dell’accordo preliminare e uno in fase di sottoscrizione del contratto. Gli importi previsti sono dettagliati nel testo dell’accordo che alleghiamo.
Quello che sorprende è che nelle premesse del contratto, dopo la rivendicazione della Federazione Nazionale della Stampa dell’unicità della rappresentanza sindacale dei giornalisti, emerge con chiarezza come questo accordo sia una sorta di punizione per l’Uspi, rea di aver sottoscritto un accordo con la Cisal, ossia la confederazione dei lavoratori autonomi.
In tutti questi acronimi si rischia di perdere la bussola, ma la sostanza è che l’Anso e la Fisc, storicamente alleata dell’Uspi, hanno rotto qualsiasi ipotesi di unitarietà del tavolo di lavoro, accettando significativi aumenti del costo del lavoro giornalistico in un momento di grande difficoltà per tutto il settore.
Il punto centrale è che l’Uspi non solo è l’associazione di gran lunga più rappresentativa dei periodici e dei giornali di dimensioni minori, ma che le stesse imprese associate hanno di gran lunga più giornalisti dipendenti di quelle associate all’Anso. In altri termini, l’impressione è che il sindacato dei giornalisti abbia cercato un’intesa con le imprese che abbiano pochi giornalisti dipendenti tra gli assunti e che, quindi, siano meno interessate a garantire la sostenibilità del costo del lavoro.
Insomma, un sindacato che, giustamente, rivendica l’unitarietà della propria rappresentatività riesce a spaccare il fronte datoriale, accordandosi con chi ha pochi dipendenti giornalisti. Questa sembra la sostanza di questo primo accordo. Ma che sembra avere non troppo fiato.
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