Niente fondi pubblici a chi utilizzerà l’intelligenza artificiale per sostituire i giornalisti. È la proposta della Federazione nazionale della Stampa Italiana. La vicenda è seria. In Europa l’impiego degli algoritmi al posto dei cronisti è già una realtà. Ne è un esempio plastico il caso della Bild in Germania che ridimensionerà le sedi regionali e procederà a 200 licenziamenti per digitalizzare il lavoro del giornale.
Una vicenda che in Italia nessuno vuol vedere replicata. Meno che mai i giornalisti. E la Fnsi prende posizione sul tema. E, in una nota inviata al sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria, Alberto Barachini, ribadisce la linea sulla digitalizzazione e sull’informatizzazione del lavoro editoriale. “Le nuove modalità di finanziamento al settore dell’editoria digitale – rileva la Fnsi – non possono prescindere dalla buona e corretta occupazione, che è quella che si ottiene con il giusto inquadramento dei giornalisti con i contratti maggiormente rappresentativi del settore, e dalla buona informazione, che si ha con contenuti originali scritti da professionisti e con la rivitalizzazione del settore attraverso una fiscalità agevolata per la pubblicità sull’online e un aiuto alla vendita dei contenuti digitali”.
Per la Federazione della Stampa, infine, “con i fondi pubblici non possono essere finanziati media che al posto del lavoro dei giornalisti utilizzino l’intelligenza artificiale, il cui impiego deve sempre essere denunciato perché i lettori sappiano chi o cosa ha prodotto l’informazione di cui stanno fruendo”.
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