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Fnsi, la nuova legge sull’editoria e l’equilibrio tra pluralismo e tecnologia

“La tecnologia non è nemica ma va governata”: la Fnsi apre al confronto con il dipartimento per l’informazione e l’editoria per la nuova legge sull’editoria. Le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio Alberto Barachini, a seguito dell’intervento prezioso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia del Ventaglio, hanno spinto il sindacato all’apertura al dialogo. Il tema è centrale perché coniuga la questione dell’occupazione, che diventa fondamentale in tempi di Ai come ha sottolineato da Rio de Janeiro anche il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, alla “tenuta democratica del Paese”. Che pluralismo ci sarà se a compilare i giornali saranno degli algoritmi addestrati chissà da chi? E che, attingendo tutti alle medesime fonti debitamente selezionate dal sistema di bollini e programmi che rispondono agli Over the Top, diranno tutti la stessa identica cosa? Una sola voce, un’unica versione, chiaramente prona agli interessi delle multinazionali che, come dimostra la cronaca di questi anni, sembrano contare più degli Stati stessi?

La Fnsi, intanto, tende la mano al governo e lo fa con la segretaria generale Alessandra Costante: “La Fnsi è pronta ad accogliere il confronto con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria su una nuova legge di sistema in un percorso di collaborazione. In questi anni il mondo dei media ha perso molti punti di riferimento: bisogna restituirglieli trovando anche il modo di tutelare il giornalismo professionale e l’informazione di qualità, agendo su tutte le leve possibili, da quelle legislative a quelle economiche e finanziarie”. Punti di riferimento che, va da sé, vanno ricercati nella pletora di quotidiani locali uccisi da una politica sparagnina e demagogica. Che ha aperto la strada alla desertificazione delle agorà, al mutismo dei territori. “Per la Federazione nazionale della Stampa italiana – prosegue Costante  – la tecnologia non è una nemica, ma, ad esempio, una rivoluzione come quella dell’intelligenza artificiale, che deve entrare nella nuova legge per l’editoria, deve essere assolutamente governata e gestita perché non si riveli un boomerang non solo per l’occupazione, ma anche per la libertà dell’informazione e la tenuta democratica del Paese”.

Luca Esposito

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