Ieri si è tenuto il primo incontro della Fnsi, con il ministero dello Sviluppo economico per l’avvio di un processo di iniziative finalizzato a valutare le opportunità di rilancio dell’industria dell’informazione e di qualificazione, stabilizzazione e valorizzazione degli interventi pubblici sul settore radiotelevisivo. «Nel corso di un ampio confronto tra il sottosegretario del ministero Sviluppo economico, Massimo Vari, assistito dall’avvocato, Stefano Selli e la delegazione della Federazione nazionale della stampa (il segretario Franco Siddi, il presidente Roberto Natale (foto), il direttore Giancarlo Tartaglia), sono state messe a fuoco le potenzialità dell’industria dell’informazione e le valenze del lavoro professionale dei giornalisti che, pur in una situazione delicata con tanti punti caldi e diverse questioni aperte (vasti settori in crisi, grandi trasformazioni in corso, fenomeno del precariato), sono motore essenziale di sviluppo», spiega una nota dell’Fsni.
E’ stata abbozzata un’agenda, anche in vista di approfondimenti successivi che tengono conto della volontà espressa dal Ministro Passera. Attenzione specifica alle tv locali, al problema delle frequenze, che in alcune regioni rischiano di essere sottratte ad alcune emittenti, e al nodo dei finanziamenti insufficienti e sin qui erogati a singhiozzo.
Attenzione e disponibilità alla verifica di fattibilità è stata manifestata anche su tre proposte della Fnsi per recuperare risorse a sostegno del pluralismo e del sistema dell’informazione nel suo complesso: un prelievo sulla pubblicità televisiva, a parziale ristoro dello squilibrio esistente, e un contributo delle fondazioni bancarie dai loro fondi vincolati per le attività culturali da destinare al fondo pubblico per l’editoria e il pluralismo; asta delle frequenze con recupero di una quota del ricavato da riservare al sostegno delle integrazioni industriali e multimediali, della formazione e dell’occupazione professionale.
Per i riflessi sul cosiddetto capitolo liberalizzazioni delle politiche annunciate dal Governo, il sindacato dei giornalisti ha osservato che la professione giornalistica non è da considerare tra le attività tipicamente di impresa e che pertanto è giustificato il suo riconoscimento attraverso un ordine di categoria che ha un carattere essenzialmente deontologico e di qualificazione. Il sottosegretario Vari, anche a nome del ministro Passera, rispondendo a una sollecitazione sul servizio pubblico Rai, ha osservato che sul tavolo non c’è solo una questione di governance ma anche di modello organizzativo. Su tutti questi temi ha confermato infine la volontà di proseguire il confronto per materie di intesa e anche con la presenza del ministro Passera.