Editoria

Fnsi e Usigrai “difendono” quel Morra che accusava i giornali di essere parassiti di Stato

Il nemico del mio nemico è mio amico. E tutto è perdonato. La Fnsi e l’Usigrai hanno trovato, nel fine settimana, il tempo per “difendere” il parlamentare Nicola Morra dalla Rai “cattiva” che lo aveva rispedito a casa, negandogli un intervento tv già concordato, perché s’era reso protagonista di una dichiarazione che oggettivamente è di per sé indifendibile. Contro quegli stessi calabresi che ne hanno decretato l’elezione in Parlamento, aveva tuonato dicendo che, in fondo, i cittadini sapevano di votare, con Santelli, un malato e che dunque meritavano di subire tutte le conseguenze del caso.

La Rai, travolta dall’ondata di indignazione, ne aveva cancellato la presenza in tv. E in soccorso dell’epurato (o tempora, o mores!) sono arrivati Fnsi e Usigrai che, in una nota, hanno affermato di aver trovato “la cancellazione della sua intervista un errore, nei modi, nei tempi e nel merito. Abbiamo sempre sostenuto, e non abbiamo cambiato idea, che il problema non è chi intervisti ma come, ovvero le domande che vengono poste o non poste. A meno che da oggi la Rai non comunichi i criteri di esclusione, chiaramente fin qui non utilizzati”.

Tanta grazia per un parlamentare che invece, si è sempre trovato in perfetta linea con il manettismo populista compendio di quasi vent’anni di autentiche sciocchezze contrabbandate per pura, santa e incontrovertibile Verità (salvo poi scoprire che in Europa il finanziamento pubblico della stampa c’è, in misura incommensurabilmente superiore a quello italiano…).  Morra, oggi difeso dalle sigle sindacali della stampa, avrebbe voluto dare lezioni di libertà di stampa chiudendo ogni finanziamento ai giornali. Facendo chiudere, e dunque determinando la perdita del posto di lavoro, per quei colleghi che pure le sigle sindacali dovrebbero difendere. Rivendica ancora un vecchio intervento di quattro anni fa in parlamento che introduce con due righe di testo: “Giornali mantenuti dallo Stato in cambio di un’informazione asservita. Questo schema inaccettabile per una democrazia deve finire”.

Evidentemente la parte “gialla” del Conte bis ha spinto quella “rossa” ad abbozzare almeno una difesa di facciata. Ma certi atti costano e inducono a fare chiarezza. Non si può avere un piede in due scarpe e pretendere addirittura di utilizzare quel “garantismo” che agli altri – leggi le miriadi di giornali locali che sono già chiusi o chiuderanno a brevissimo perché Crimi sia felice – viene ignominiosamente negato: quale è la posizione della sinistra italiana sulla stampa? E’ censura far saltare un’ospitata (che verrà recuperata statene certi, il tizio è sull’onda della popolarità…) oppure zittire decine e decine di testate?

 

 

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