Fnsi e vertici Inpgi insorgono. Le dichiarazioni di Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, che si è detto disposto ad avviare l’assorbimento dell’istituto di previdenza dei giornalisti, hanno fatto rumore. E sollevato polemiche. In prima battuta dagli attuali vertici Inpgi che hanno rivolto accuse pesanti a Tridico, tra cui quella di “sabotaggio”. E poi dalla federazione nazionale della stampa italiana. Che ha denunciato un tentativo di “impadronirsi” della professione giornalistica.
La presidente del cda Inpgi, Marina Macelloni, ha risposto a muso duro al “collega” Tridico. E ha spiegato in una nota: “Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, dichiara di non voler interferire nell’autonomia della Cassa di previdenza dei giornalisti ma, allo stesso tempo, ancora una volta , fa di tutto per sabotare ogni possibile soluzione strutturale alla situazione di grave crisi dell’Inpgi”. Poi ha spiegato che “consentire l’allargamento della platea, peraltro previsto da una legge dello Stato a partire dal 2023, non è una “migrazione” di contribuenti e non è una soluzione inadeguata”. E ancora. “Dalle proiezioni attuariali fatte elaborare dall’ente emerge chiaramente che l’unica soluzione strutturale in grado di ripristinare l’equilibrio economico finanziario della gestione è esattamente costituita dall’ingresso di nuovi contribuenti”. La presidente ha espresso “stupore nell’apprendere dell’esistenza di una interlocuzione che non vede però partecipe il soggetto interessato, cioè l’Inpgi “. Con la presidente Inpgi si è schierata anche la Fnsi.
Infuriato il segretario generale della Fnsi Lorusso. “Il presidente dell’Inps afferma di non voler fare interferenze nel settore dei media, ma le sue dichiarazioni sono di inaudita gravità perché rappresentano una chiara ingerenza nell’attività dell’Inpgi, di cui prefigura l’assorbimento”. E ancora. “Nessuna meraviglia, visto che da mesi, a margine di convegni e iniziative varie, il presidente Tridico non perde occasione per annunciare la fine imminente dell’Inpgi”. Per Lorusso un disegno preciso. “Evidentemente, oltre che il patrimonio dell’Istituto, ha messo nel mirino la professione giornalistica che da più parti si punta a indebolire fino a renderla insignificante. È un disegno da contrastare con ogni mezzo”. Infine l’appello a “un confronto serrato sulla difesa di un settore vitale per la democrazia, che non può prescindere dal rilancio del lavoro e da una previdenza autonoma”.
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