La Fnsi ha espresso preoccupazione per il decreto legge n. 112 del 25 giugno, che, all’articolo 21, regola le modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato. La Fnsi giudica negativamente l’introduzione della possibilità di stipulare contratti a tempo indeterminato senza specifiche necessità industriali ma riferendoli anche alla ordinaria attività del datore di lavoro. “Questo decreto – si legge in una nota- non tiene in conto la dignità del lavoro e il diritto alla stabilità e anziché risolvere i problemi del precariato aumenta e allarga le condizioni del lavoro non stabile, accentuando le contraddizioni di un mercato del lavoro che non sarà reso più flessibile ma ancora più precario”.
La Fnsi giudica grave la scelta del governo di impiegare lo strumento del decreto legge per modificare la legge 247 del 2007 che regola una materia sensibile quale quella del lavoro a tempo determinato. E, peraltro, questo decreto appare suscettibile di contrasto con la direttiva europea numero 70 del 1999 che permette il ricorso al lavoro a tempo determinato solo in presenza di ragioni oggettive, non riconducibili ad “attività ordinaria”. “La Fnsi chiede, pertanto, al governo di ripristinare il metodo del dialogo con le parti sociali”, conclude la nota.
Fabiana Cammarano
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