Categories: Editoria

Fnsi: “Con l’emendamento Costa ci sarà un passo indietro”

“Emendamento Costa è un passo indietro per tutti”. La Fnsi era assente ma alla conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni le sue ragioni sono state espresse dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli a cui sono andati i ringraziamenti sentiti del sindacato. In una nota, la segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Alessandra Costante, ha spiegato: “La Fnsi ha ben chiaro che quello che contestiamo è un provvedimento di iniziativa parlamentare, che non di meno ha ricevuto una adesione trasversale e che, soprattutto, è stato votato dalla maggioranza che sostiene la presidente Giorgia Meloni”. E quindi Costante ha aggiunto: “L’Europa -aggiunge- non ha mai chiesto di mettere il bavaglio ai giornalisti. Nelle norme sulla presunzione di innocenza, l’Europa ha chiesto ai politici di non presentare le persone come colpevoli. L’Italia, invece, è stata fra i Paesi che, in Europa, con il Media Freedom Act, avrebbero voluto poter spiare i giornalisti. Quanto alla protesta, la Fnsi ha manifestato sotto i palazzi del parlamento e sotto la sede del governo: piazze degli italiani, non della politica. E lo farà ancora, per la dignità della professione e contro le censure di Stato”.

La posizione di Fnsi in merito alla vicenda legata all’emendamento Costa è quella di un passo indietro, fatto che, nell’analisi del sindacato, sarebbe stato ammesso proprio dalla premier: “La presidente Meloni ha affermato che la norma Costa farebbe tornare la disciplina dell’articolo 114 del Codice di procedura penale a prima della riforma Orlando”. Per la Fnsi, la spiegazione è facile: “Così dicendo, però, al di là dei giochi di parole, la premier non ha potuto non riconoscere che il disegno di legge -presentato dal deputato di Azione e votato dalla Camera- rappresenta una involuzione rispetto alla riforma del 2017 che ha espressamente consentito la pubblicazione delle ordinanze cautelari, che sono atti necessariamente conosciuti dalle parti”.

La conclusione della Federazione nazionale della Stampa italiana non può che essere una: “La norma bavaglio su cui sarà chiamato a pronunciarsi il Senato, rappresenta un passo indietro non solo per il diritto di cronaca, ma anche nella tutela dell’indagato. Si obbligano infatti i giornalisti a riportare solo sintesi e notizie de relato, senza potersi affidare alla precisione degli atti giudiziari. La strumentale distorsione del garantismo penale non può certo costituire l’alibi per una inaccettabile involuzione democratica”.

Luca Esposito

View Comments

Recent Posts

Circolare n. 56 del 23/12/2024 – Comunicazione annuale all’AGCOM per le imprese richiedenti i contributi all’editoria

Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…

3 giorni ago

Il garante privacy stanga OpenAi: 15 milioni per ChatGpt

Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…

5 giorni ago

La pubblicità di Google vola, il settore muore

La notizia è passata, come spesso accade, quasi in sottofondo. In Italia Google è il…

6 giorni ago

Usigrai contro il piano esodo Rai: “Avviare un confronto col sindacato”

Usigrai torna ad alzare la voce e lo fa sul piano di incentivazione all’esodo promosso…

6 giorni ago

Santanché vende Visibilia: l’annuncio de Il Giornale

Il gruppo Visibilia passa di mano: lo ha annunciato Il Giornale, ieri sera, nell’edizione online…

1 settimana ago

Google vale tre volte Rcs: quanto vale il digitale nel Sic, i conti Agcom

La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi.…

1 settimana ago