“La discussione sul decreto editoria – si legge in una nota della Federazione della Stampa Italiana, Fnsi – che si apre al Senato è senz’altro molto interessante e parte da un provvedimento base che contiene linee di cambiamento. Non basta tuttavia a rassicurare un settore che alle incertezze delle trasformazioni in atto somma criticità aggravate dall’impoverimento delle risorse pubbliche disponibili per le testate non meramente commerciali.
Giornali in cooperativa, politici e di idee, delle minoranze linguistiche e delle comunità italiane all’estero, radio sociali stanno già pagando un prezzo troppo alto alla crisi e ai ritardi con i quali sono stati erogati i contributi di anni pregressi.
Le certezze finanziarie sul conto 2011 introdotte per iniziativa del Sottosegretario all’Editoria Peluffo hanno portato una boccata di ossigeno. Le nuove regole in discussione senza adeguata copertura finanziaria (per l’esercizio 2012, che è in corso, le politiche poliennali, allo stato attuale delle cose, prevedono solo 63 milioni di Euro) rischiano di restare un esercizio di corretta amministrazione pubblica e basta. Senza risorse altre testate sospenderanno le pubblicazioni o chiuderanno. Il ricorso ai contratti di solidarietà è in continuo crescendo, unitamente alla Cassa integrazione, segni di una situazione di grave allarme”.
La Fnsi sollecita il Governo e il Parlamento “a dare la giusta considerazione a questi allarmi ad assumere provvedimenti di sostanza perché si possa affrontare il capitolo rilancio e sviluppo. L’informazione è un bene percepito come immateriale ma è assolutamente considerato centrale per qualsiasi politica che voglia fondarsi sulla generazione di propositi e attività di sviluppo. Il Sindacato dei giornalisti è disponibile a confrontarsi perché nodi centrali, come questi, per la ripresa del Paese siano sciolti affrontando le varie questioni con concretezza e scelte di sostanza”.
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