Solo se riguarda i giornalisti, la formula del ‘ce lo chiede l’Europa’ non vale, la ripartizione del fondo per l’editoria ancora si fa aspettare e la Fnsi adesso alza la voce. Da Ancona, dove ha partecipato all’assemblea per l’approvazione del bilancio del sindacato dei giornalisti marchigiani, il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso ha chiesto al governo di fare presto. E bene, perché il settore dell’informazione non può continuare ad attendere schiarite che continuano a non rivelarsi sull’orizzonte sempre più fosco.
Lorusso ha detto: “Da decenni i governi in Italia sono attenti ai richiami dell’Europa a giorni alterni. Far ingoiare ai cittadini bocconi amari al grido di ‘ce lo chiede l’Europa’ è uno sport nazionale. Peccato, però, che, quando si tratta di libertà di stampa e di tutela del lavoro giornalistico, nessuno, neanche il governo in carica, consideri tassative le richieste dell’Europa”. Raffaele Lorusso ha poi aggiunto che il governo continua a latitare sull’emergenza inerente la stampa italiana. In pratica, i fondi promessi ancora non sono stati neanche suddivisi.
Il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso ha affermato: “A parte una più volte dichiarata disponibilità ad affrontare le criticità ad oggi non c’è alcun atto che vada in questa direzione. La ripartizione delle risorse del fondo straordinario per l’editoria, 90 milioni per il 2022, tarda ad arrivare. Non vorremmo ritrovarci di fronte al fatto compiuto, ossia a decreti dell’ultimo minuto che vadano nella direzione di altri pensionamenti anticipati senza alcun segnale concreto per il rilancio del settore, la trasformazione digitale e il contrasto al precariato”. Dunque ha proseguito: “Dopo la prima riunione del tavolo, l’equo compenso è tornato su un binario morto perché non c’è alcun interesse degli editori a trovare una soluzione: senza un intervento deciso del governo non si andrà da nessuna parte”.