Privatizzare la Rai per ”dare un futuro all’azienda e ai suoi dipendenti”, per ”far incassare allo Stato dai 4 ai 5 miliardi di euro”, per ”eliminare il canone che pesa in modo iniquo sui cittadini”, ”per garantire una maggiore concorrenza e una più ampia pluralità”. Questi i pilastri che hanno spinto Futuro e Libertà a promuovere una proposta di legge, elaborata da Libertiamo, per privatizzare la Rai. ”Una proposta – auspica il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, presentando oggi a Roma la proposta insieme a Benedetto Della Vedova – che vorremmo fosse appoggiata anche da Pdl e Lega, perché rientra nel perimetro del programma di governo e perché va verso i cittadini e l’azienda”.
Secondo Della Vedova, ”da qui a dieci anni, se tutto resterà invariato, la Rai è destinata alla liquidazione, a finire come Alitalia”. ”La privatizzazione non sarebbe altro – spiega il numero due di Fli alla Camera – che una decisione di responsabilità. Cambiare la governance dell’azienda, allo stato attuale, non è possibile perché la politica, i partiti sono il Dna della struttura e non certo un dato accessorio. Lo dimostra il caso Santoro”. ”Un’azienda – conclude Della Vedova – che chiude il programma di punta per ragioni politiche è destinata a fallire”.
Come previsto dalla proposta di legge, la privatizzazione si autofinanzierebbe attraverso l’abbattimento dei tetti pubblicitari, continuando però a mantenere, nei termini della concessione, spazi riservati alle trasmissioni di servizio pubblico. ”Non si tratta di una proposta propagandistica, demagogica, una bandierina da sventolare. Andremo avanti. E’ il modo migliore per togliere i partiti dalla Rai”, conclude Bocchino, che precisa: ”Berlusconi non potrebbe acquistare la Rai. Lo impedirebbe l’Antitrust”.