Mercoledì scorso è andata in scena la votazione alla Camera per la proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle (a prima firma di Giuseppe Brescia) sull’abolizione del finanziamento pubblico per l’editoria. A sancire la bocciatura del testo è stato un emendamento di Sinistra ecologia e libertà per la soppressione del primo articolo del ddl dei 5 Stelle, proprio quello che prevedeva di eliminare il finanziamento al settore. Il fondo viene ritenuto uno strumento indispensabile per aiutare 200 testate locali in un periodo difficile, ha spiegato il deputato Pd Roberto Rampi.
Subito dopo la discussione in Aula se n’è accesa un’altra su Facebook. Alla rete e al social network, infatti, si è affidato il deputato del M5S Alessandro Di Battista per lanciare la sua accusa: “Per Sel (‘Soldi editoria e libertà’) lo Stato deve dare soldi ai giornali. Lo stesso Stato che ‘regala’ un bel vitalizio a Nichi Vendola (in pensione a 57 anni e con 5.700 euro al mese, facile fare il comunista così). Lo stesso Stato che ha ‘regalato’ al giornale leghista La Padania (ora fallito) 61 milioni di euro di denaro pubblico. Lo stesso Stato che all’Unità (giornale pieno di debiti) ha ‘regalato’, dal 1990 al 2013, 152 milioni di euro”.
Nel suo post, il deputato ha commentato con durezza anche la motivazione che ha portato alla decisione della Camera: proposta “bocciata perché dicono che il finanziamento pubblico difende il pluralismo dell’informazione. Falsi e ipocriti! Parlano di pluralismo dell’informazione ma in questi giorni stanno zitti su Mondadori che si sta comprando la Rizzoli. Perché stanno zitti? Cosa ha dato Berlusconi al Pd in cambio del loro silenzio? Semplice, prima gli ha dato Alfano e adesso Verdini”.
Alla critica del deputato dei 5 Stelle ha subito risposto Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra e libertà a Montecitorio. Scotto ha dichiarato che Di Battista, “accecato dalla sua furia ideologica e delirante contro la sinistra, insulta invece di stare al merito e non ne azzecca mai una. Noi da sempre a favore del finanziamento pubblico all’editoria, loro per le liste dei giornalisti da punire. Sul resto delle sue parole siamo alla solita spazzatura lessicale”.
Secondo Scotto “la proposta dei 5 Stelle aveva un chiaro intento punitivo e non riformava il comparto che ha a che fare con la qualità del pluralismo e la qualità dell’informazione”. L’opinione di Sel è che per i pentastellati si risolva tutto solo in una questione di soldi, “anche se ciò vuol dire comprimere gli spazi della democrazia”.
Il capogruppo di Sinistra ecologia e libertà, prima di concludere, ha risposto anche all’accusa lanciata da Di Battista sul presunto silenzio in merito all’acquisizione di Rizzoli da parte di Mondadori. Scotto ha precisato che proprio Sel “ha presentato un’interrogazione sull’acquisizione di Rizzoli da parte di Mondadori nella quale chiede al governo di assicurare il pluralismo al fine di scongiurare posizione dominanti in un settore delicato e fondamentale come l’editoria”.
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