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Finanza sequestra beni a coop editoriali per 8 milioni. Nei guai imprenditore irpino

Controlli della Guardia di Finanza

Le Fiamme Gialle del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria hanno sequestrato a Roma ed Avellino beni per otto milioni di euro, valore equivalente a contributi statali illegalmente percepiti in tre anni da due imprese editrici della Capitale a favore di testate a tiratura nazionale (un quotidiano ed un periodico). Sono questi i risultati di una vasta attività d’indagine denominata “Grey News”.
Si tratta, secondo quanto trapelato dagli ambienti investigativi, di immobili, conti correnti e quote societarie. Il provvedimento di custodia cautelare preventiva è stato disposto dal gip di Roma su richiesta dalla procura capitolina. Sono quattro i nomi che risultano iscritti nel registro degli indagati, sempre secondo una prima informativa giunta dai finanzieri. Tra questi figura C.P., un imprenditore 56enne originario di Lacedonia (Avellino), che, sulla base della relazione prodotta dal nucleo speciale della Guardia di Finanza, ricopriva la carica di legale rappresentante di un movimento politico.
Secondo quanto reso noto dai finanzieri, in un comunicato stampa (riportato dall’agenzia LaPresse), le due imprese editoriali – si tratta di cooperative – avevano aggirato, anche con false attestazioni, la normativa di settore che vieta ad uno stesso soggetto di richiedere erogazioni pubbliche per più di una testata giornalistica. Attraverso società di comodo e prestanome nullatenenti, spiega la nota delle Fiamme Gialle, sono stati, altresì, gonfiati i costi delle imprese editrici con false fatturazioni per importi milionari, anche al fine di indurre in errore il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri allo scopo di ottenere un contributo dall’importo maggiorato. I finanzieri hanno esattamente ricostruito l’operazione illecita nonostante siano state occultate le relative scritture contabili.
Per i giudici della Capitale le due cooperative ed i quattro soggetti finiti sotto la lente d’ingrandimento si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.
In questa vicenda, sulla base della segnalazione della Guardia di Finanza, è tempestivamente intervenuta anche l’Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, applicando una sanzione amministrativa superiore a 100mila euro nei confronti del dominus occulto delle due imprese editoriali.
Il sequestro preventivo per equivalente odierno rientra totalmente nella mission istituzionale delle Fiamme Gialle a tutela della spesa pubblica ed è teso al recupero dei contributi statali illegalmente percepiti.

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