Cineblog, autentico punto di riferimento sul web per il download o la visione in streaming di film è stato oggetto di un sequestro eseguito dalla Guardia di finanza, con gli investigatori del Nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria. Il provvedimento – si spiega – riguarda un indirizzo che rappresenta la duplicazione di un altro su cui già erano sottoposti dei sigilli nello scorso mese di marzo nell’ambito della stessa attività, con cui sono stati inibiti ben 46 siti “pirata”. Gli inquirenti, coordinati dall’aggiunto Nello Rossi e dal pm Nicola Maiorano, contestano i reati di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice ed inosservanza dei provvedimenti di una autorità. Secondo quanto si è appreso gli uomini della Fiamme gialle hanno effettuato controlli anche in due aziende che si occupano di inserzioni su internet, con sede nel nord Italia, la Fly Cell Italia srl e Buongiorno spa. L’escamotage tecnico, scoperto dalle Fiamme Gialle ed utilizzato dai gestori – si spiega – ha più volte consentito il reindirizzamento verso un altro sito identico nei contenuti a quello originariamente sottoposto a sequestro. L’ulteriore novità è rappresentata dalla visione obbligatoria di messaggi pubblicitari, che comparivano ad ogni click, rendendo necessaria la sottoscrizione di un abbonamento a pagamento per la visualizzazione e il download delle risorse multimediali, fruibili in violazione del diritto d’autore. Tali messaggi pubblicitari erano veicolati da primarie società nazionali di servizi di intrattenimento destinati alla telefonia mobile. In queste ore, i finanzieri delle unità speciali stanno eseguendo, su delega della Procura di Roma, decreti di perquisizione e sequestro nel centro-nord Italia presso le sedi delle citate società inserzioniste, al fine di reperire documentazione e supporti informatici utili all’identificazione degli autori del reato ed alla ricostruzione delle modalità di realizzazione della condotta delittuosa. I ripetuti interventi nel settore da parte del Nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria alimentano ulteriormente il filone delle indagini, svolte intorno alla pubblicità su internet, al seguito delle quali le società di fornitura di servizi pubblicitari (advertising) hanno di recente definito un efficace codice di autoregolamentazione, che prevede il divieto di immissione di pubblicità su siti “pirata” violativi del diritto d’autore. Anche in sede UE è stato richiamato l’approccio investigativo seguito dalla Guardia di Finanza, cosiddetto “follow the money”, quale “best practice”. Da ultimo, si segnala che proprio in questi giorni anche l’Hadopi, autorità francese istituita nel 2010 con il compito di contrastare il downloading illegale, ha deciso di coinvolgere nella sua azione gli advertiser ed i fornitori di servizi di ePayment in modo da agire direttamente sui ricavi dei siti “pirata”.