“Senza alcun preavviso, né comunicazione, è in arrivo proprio alla vigilia di Natale un’amara sorpresa per migliaia di giornalisti in quiescenza: la pensione INPS di gennaio 2023 verrà tagliata dell’1% con effetto retroattivo per il semestre 1° gennaio 2022 – 30 giugno 2022”. Lo ha denunciato, nei giorni scorsi, il sindacato Figec che spiega: “È, infatti, inaspettatamente divenuto operativo il prelievo forzoso deciso dall’INPGI il 23 giugno 2021 su pressione del Governo Conte II, che si riteneva ormai superato dalla successiva legge finanziaria del Governo Draghi”.
Per l’organizzazione sindacale si tratta dell’inizio di una battaglia giudiziaria: “Il provvedimento convalidato dal Ministero del Lavoro viola l’art. 23 della Costituzione perché senza una norma di legge un ente previdenziale privatizzato, com’era l’ex INPGI 1 fino al 30 giugno scorso, non può tagliare le pensioni dei propri iscritti.È questo – sottolineano Parisi e Franz, rispettivamente segretario generale e componente della giunta esecutiva Figec – il principio stabilito dalla Cassazione addirittura con ben 87 sentenze (l’ultima è la numero 36563 del 14 dicembre 2022) tutte favorevoli ad altrettanti dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali che avevano impugnato analoghi tagli delle pensioni decisi dalle loro Casse previdenziali privatizzate”.
Pertanto, sembra inevitabile lo scontro. Figec si dice pronta a “una battaglia giudiziaria davanti ai tribunali del lavoro di ogni parte d’Italia per ottenere l’annullamento di un provvedimento che appare del tutto illegittimo e che, oltre alle pensioni in corso di pagamento, decurtava dell’1% per 6 mesi anche gli stipendi di tutti i giornalisti in attività di servizio, i quali a fine gennaio 2023 potrebbero, quindi, vedersi ridotta la retribuzione dal loro datore di lavoro”.