Il dg della Fieg, Fabrizio Carotti, in commissione Cultura disegna il quadro della situazione dell’editoria italiana: il momento è critico, a crescere è solo il digitale (+ 50% nell’ultimo anno). Per crescere c’è bisogno di una programmazione a lunga durata per le risorse del Fondo per il pluralismo, parte del canone Rai potrebbe andare alla carta stampata
Quella vissuta dall’editoria italiana è una situazione critica, della tanto invocata inversione di tendenza ancora non c’è alcuna traccia: l’unico cenno positivo viene dalla vendita delle copie digitali che con mezzo milione di copie vendute al giorno fa segnare un + 50% rispetto allo scorso anno. A fornire queste indicazioni è Fabrizio Carotti, direttore generale della Federazione Italiana Editori di Giornali, nel corso di un’audizione in commissione Cultura alla Camera.
Carotti è intervenuto sulle proposte di legge riguardo l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e sulle deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria. Il dg della Fieg ha spiegato che i ricavi dalla vendita dei quotidiani e dei periodici sono scesi del 17% negli ultimi due anni mentre la flessione della pubblicità si è attestata al – 30%. Unica nota positiva la crescita del 50% della vendita delle copie digitali.
Carotti ha comunque detto che “le parti sociali finora hanno gestito bene la crisi del settore”, così come le misure del governo hanno “evitato conflittualità importanti”. Anche l’apertura, lo scorso anno, del tavolo per l’editoria a Palazzo Chigi è stato molto apprezzato dal dg: “Testimonia l’attenzione del governo e del sottosegretario Lotti ai problemi del settore e anche la Fieg ha presentato delle proposte che sono poi state recepite nella proposta di legge”.
Ciononostante, il fatto che alcune di queste proposte siano ancora in forma di delega, quindi non operative nell’immediato, “rischia di rallentare la loro efficacia in un settore che invece ha bisogno di certezze e rapidità”. Tra le criticità rilevate dalla Fieg, Carotti ha sottolineato “l’assenza di misure cautelari per il diritto d’autore”.
La Fieg, infatti, porta avanti una battaglia contro le violazioni: “Gli editori denunciano l’utilizzo dei contenuti da parte degli Over the top, il saccheggio sistematico operato codel copyright, n una gradualità che va da fenomeni di vera e propria pirateria ad utilizzazioni ‘clandestine’”. Un esempio? Le rassegne stampa realizzate senza autorizzazione dei titolari del diritto di sfruttamento delle opere riprodotte. “Questi fenomeni minano la stessa sopravvivenza delle imprese che nella produzione di contenuti investono rilevanti risorse”, ha detto ancora Carotti.
Per questo motivo la Fieg ha voluto ribadire “la necessità di una strategia complessiva di difesa del diritto d’autore basata su un’educazione alla legalità e all’uso legale delle opere che su azioni efficaci di contrasto all’illegalità”. Carotti ha però fatto presente che in questo scenario sembra necessario adottare “una normativa che favorisca e consenta l’effettivo esercizio dei diritti di utilizzazione economica degli editori sui propri contenuti editoriali nei confronti dei soggetti che quei contenuti utilizzano nella rete”.
Sulla questione legata più strettamente al Fondo per il pluralismo e l’innovazione, secondo la Fieg ci sono due punti fondamentali: la programmazione di “un’adeguata dotazione pluriennale del Fondo” e la previsione di alcuni criteri di ripartizione, stabilendo anche un termine per l’emanazione del decreto del riparto del fondo. Invece nel breve periodo, dato che la legge di Stabilità ha stabilito che un eventuale extragettito derivante dal pagamento del canone Rai in bolletta venga usato per il pluralismo dell’informazione, Carotti ha chiesto che una parte sia assegnata ai quotidiani su carta stampata.