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FIEG: PARLAMENTO E GOVERNO AFFRONTINO RIFORMA EDITORIA

Oggi la Fieg, Federazione italiana editori di giornali, ha presentato il rapporto “La stampa in Italia 2005-2007” ed ha colto l’occasione per chiedere al nuovo Parlamento e al nuovo Governo di affrontare il tema della riforma dell’editoria. “Non possono essere rimandate oltre misure necessarie per ridare slancio ed ossigeno al settore”. La Fieg ha anche sottolineato come “nelle due precedenti legislature i tentativi di riforma, di Bonaiuti prima e di Levi dopo, non sono riusciti a superare l’esame del Parlamento, anche se sulle rispettive proposte si raggiunse una sufficiente condivisione tra tutte le forze politiche, al di là dei confini tra maggioranza ed opposizione”. Secondo gli editori bisogna, dunque, partire da questi provvedimenti per giungere ad un nuovo disegno di legge che incontri un consenso generale. “L’editoria giornalistica, e in particolare la carta stampata, va sostenuta non soltanto perché è un elemento fondamentale della cultura civile di un Paese, ma anche perché adempie a una funzione di chiarezza e di trasparenza indispensabile nella vita di una comunità”.
Per la Fieg, in particolare, andrebbe “istituito il credito d’imposta per gli investimenti in innovazioni tecnologiche e rifinanziato il credito agevolato per il settore, fermo dal giugno del 2003; previsto un fondo per la nuova occupazione e la multimedialità; reintrodotto il credito di imposta per l’acquisto della carta in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici; prevista l’esenzione totale dell’Iva per il comparto dell’editoria; potenziata la pubblicità dello Stato e degli Enti pubblici sulla carta stampata a garanzia di una maggiore trasparenza dell’attività amministrativa”. Sul fronte della domanda e della promozione della lettura invece, per gli editori, “l’attività per incentivare la lettura dei quotidiani andrebbe integrata con l’introduzione di agevolazioni fiscali per la sottoscrizione di abbonamenti a quotidiani, periodici e agenzie di stampa (il costo dell’abbonamento dovrebbe costituire onere deducibile fino ad un importo di 300-350 euro)”. Ma anche con “la previsione di misure di incentivazione della lettura dei giornali tra i giovani, le donne e i pensionati e nelle aree del Paese con bassi indici di diffusione della stampa”.
Fabiana Cammarano

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