Fieg chiede il riparto dei fondi e una riforma dell’editoria

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Rotative in azione

La Fieg “chiama” il governo. E lancia l’idea di una riflessione di legislatura sul futuro dell’informazione e del giornalismo italiano. Gli editori non hanno fretta ma l’impellenza di aprire un tavolo di idee e di confronti è reale, attuale, sentita. Intanto, per la Fieg, c’è uno step importante e decisivo che va subito affrontato e riguarda il riparto del fondo straordinario per l’editoria. Che sarebbe una boccata d’ossigeno importante per le imprese e i lavoratori. Perché, secondo quanto trapela dai conti e dalle analisi di settore, la crisi c’è e continua a mordere l’editoria.

Una nota della federazione degli editori dei giornali, che ha riunito nei giorni scorsi il consiglio generale, ha ravvisato “il permanere della situazione di grave crisi e le difficoltà di avviare concrete ed efficaci iniziative per il rilancio del settore”. Si tratta della premessa ineludibile alla richiesta degli editori che “chiedono che si avvii nel Governo, nel Parlamento e nelle Forze politiche una riflessione di legislatura (4 anni) sulle iniziative necessarie per rilanciare l’editoria giornalistica tradizionale e per accelerare lo sviluppo di quella digitale”.

Aprire una fase nuova è importante e sarà decisivo. Ma, prima di farlo, occorre iniziare a oliare i meccanismi istituzionali di sostegno ai quotidiani. Quelli, per capirsi, già decisi e approvati da mesi e che, per il momento, restano ancora solo sulla carta. Per immaginare una riforma c’è tempo ma intanto, secondo la Fieg, è importante dare una mano alle aziende: “Sono necessari interventi strutturali in grado di garantire futuro ad un settore fondamentale per assicurare il diritto dei cittadini ad informare e ad essere informati. Gli editori invitano inoltre il Governo a definire entro marzo l’assegnazione delle risorse del Fondo straordinario per l’editoria per il 2023, già stanziate dal precedente Governo”.

Alcune ipotesi di lavoro per la lunga riflessione di legislatura sono emerse dall’appuntamento dedicato all’agenda per l’editoria organizzata dall’osservatorio TuttiMedia a cui ha preso parte anche Fieg nei giorni scorsi. Il dg della federazione Fabrizio Carotti ha messo sul tavolo alcuni temi che gli editori ritengono che, partendo dalla Costituzione (e in particolare dai valori del pluralismo e della libertà di stampa) occorre agire su due fronti. Il primo, la lotta serrata e senza quartiere alla pirateria e, non meno importante, ai cosiddetti “utilizzi non remunerati, ossia la fruizione legale dei contenuti da parte di distributori (anche i grandi player digitali) e delle rassegne stampa.

Il secondo investe, direttamente, il pubblico. Occorre restituire sostenibilità economica alle imprese editoriali con la previsione di forme di sostegno pubblico, per il tramite di strumenti nuovi e aggiornati alle necessità del periodo. Perché, e se ne facciano una ragione i populisti, l’Italia è e rimane il Paese che, in Europa, destina meno risorse di tutti ai giornali.

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