Editoria

Fieg boccia gli “aiuti” del governo ma il vero ostacolo è il M5s

La Fieg è furiosa col governo. Troppo poco è stato previsto per sostenere l’editoria. Gli interventi teorizzati da Roma, secondo gli editori, potrebbero essere addirittura insufficienti per dare una mano a un settore che sente la morsa della crisi, già innescatasi da anni, con ancora più forza rispetto ad altri dell’economia italiana al tempo del Covid.
In Europa, dicono dalla Fieg, si fa molto di più per sostenere il comparto dell’informazione. Ma in Italia non è facile scardinare una narrazione politica che, da oltre un ventennio, ha letteralmente reso tabù anche solo parlare di contributi alla stampa. Una posizione scellerata, un unicum all’italiana. Che però funziona ancora tant’è vero che il M5s sugli attacchi violenti alla libertà d’informazione ha costruito le sue fortune politiche. E se tutto cambia nelle priorità e nelle posizioni sui temi, attorno agli (ex) grillini pur di restare al governo, tutto rimane com’è solo sulla feroce contrapposizione ai giornali.
La Fieg, intanto, ha chiesto al parlamento di “intervenire con un’azione forte a difesa dell’informazione cartacea e online e del pluralismo”. E ha rivolto un appello alle forze politiche “sia di maggioranza sia di opposizione” affinché si arrivi a “un immediato confronto sulla gravità della situazione e per la individuazione dei necessari interventi”.
E quindi: “Dal Consiglio è stata inoltre decisa la pubblicazione di una lettera aperta a tutti i parlamentari per rivendicare la necessità di aziende dell’informazione economicamente libere ed indipendenti da qualsiasi condizionamento esterno di natura finanziaria o politica”.
Basterà una lettera aperta dove, evidentemente, non ha potuto nemmeno l’impegno più volte sottolineato e sbandierato dal sottosegretario Martella?
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