Che gli investimenti delle telecom italiane sulla banda larga si siano messi in moto, come ha di recente rilevato Francesco Caio nella sua ricognizione per il governo (quello Letta) è dimostrato anche dall’arrivo di una raffica di nuovi accordi tra operatori infrastrutturali per fare sinergie. Ad aprire la strada alla collaborazione tra telco e utility elettriche ecco infatti il memorandum di accordo appena siglato tra Telecom Italia e Enel. E’ un accordo con tre possibili campi di applicazione. Il primo riguarda Telecom ed è la possibilità di far passare la fibra ottica dalle centrali alle cabine, o anche alle abitazioni finali quando servirà, sui tralicci della rete elettrica. Un’opportunità resa possibile dal fatto che i campi elettrici non interferiscono sui segnali ottici e che le fibre, a differenza del rame, non vengono rubate: una combinazione quindi ottimale per raggiungere a basso costo utenze in zone rurali e a bassa densità abitativa. Il secondo campo riguarda più Enel, interessata ad avere connessione wireless in tecnologia Lte nei pressi delle centrali a fonti rinnovabili. «Le smart grid devono gestire con grande efficienza l’immissione in rete di energia verde di produttori privati, e questo tanto più incide quanto più la quota di energia verde prodotta sale sul totale dei consumi, perché diventa più complicato e delicato il compito di mantenere la stabilità del sistema – spiega Francesco Amadei, responsabile Ingegneria della divisione Infrastrutture e Reti di Enel – Per questo abbiamo bisogno della banda larga, non tanto per la quantità di dati ma per la velocità. E poi ci sono tutte le applicazioni future in vista di una ancora più articolata offerta di tariffe differenziate per tempi, tipologia, modalità di erogazione: basta pensare all’ipotesi di ricaricare ovunque la propria auto elettrica facendo arrivare il costo del “pieno” sulla propria bolletta domestica». Il terzo campo di applicazione riguarda ancora Telecom ed è in ambito urbano: ha per oggetto l’alimentazione elettrica degli apparati ottici da installare sugli armadi di strada di Telecom (la rete in rame si alimenta infatti da sola) e infine la possibilità di usare i cavidotti Enel che entrano negli edifici per portare anche la fibra quando l’attuale tecnologia di Telecom che per ora si ferma agli armadi dovesse dare i primi segnali di saturazione. «Stiamo stringendo accordi con diversi soggetti – spiega Roberto Opilio, direttore Technology di Telecom Italia con Acea, Infratel, Metroweb. Da questo accordo con Enel contiamo di sviluppare in 2 o 3 anni sui 2 mila chilometri di fibra posata. Ora studieremo volta per volta la possibilità di sfruttare questa sinergia, a partire dalla Campania, dove abbiamo vinto il bando regionale per portare la fibra a 986 mila abitazioni e a 6 mila armadi in zone oggi al di fuori dei nostri piani di investimento. In Campania porteremo la banda ultralarga al 75% degli utenti entro settembre 2015». L’accordo è una cornice, è nel corso del tempo che emergeranno volta per volta tutte le varie opportunità di collaborazione tra Telecom e Enel. Ma questo accordo è solo il primo. E non solo per Telecom. «Non si tratta di un accordo di esclusiva – spiega ancora Amadei – e la nostra infrastruttura è aperta a tutti gli operatori che ci proporranno progetti di utilizzo». Le stime prevedono che almeno un paio di migliaia di chilometri di fibra ottica passeranno sui tralicci elettrici nei prossimi due anni.
(http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2014/02/24/news/fibra_ottica_accordo_enel-telecom-79476934/)