Il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, ha dichiarato che non era a conoscenza della proposta di acquisto della testata avanzata dal consorzio B. G. I., alternativa a quella di Luca Bonaccorsi, dicendo di averla appresa solo ieri dalle colonne del giornale. Ha quindi assicurato all’assemblea dei giornalisti, alla presenza di rappresentanti della Fnsi e della Stampa Romana, che valuterà attentamente tutte le proposte e che arriverà a una decisione definitiva sul futuro del giornale entro 15 giorni. Per non rinunciare ai finanziamenti pubblici, che richiedono che il partito mantenga il 50% delle quote del giornale, Ferrero ha annunciato che chi vorrà investire in Liberazione potrà acquistare solo il 50% della testata, sebbene il partito avrebbe preferito venderla tutta. Il compratore, inoltre, dovrà sottostare a due condizioni imprescindibili: il mantenimento dei livelli occupazionali e l’accettazione del cambio di direttore. La rottura con Piero Sansonetti, quindi, sembra ormai definitivamente insanabile, anche perché Ferrero ha sottolineato come la linea tenuta da Liberazione fino a oggi sia stata opposta a quella del partito. La poltrona di direttore politico è già stata offerta al sindacalista della Cgil Dino Greco, che deciderà entro due giorni se accettare o meno. A Greco, sempre che accetti, dovrebbe essere affiancato un direttore responsabile. Stando alle voci circolate in questi giorni i candidati sarebbero Giulietto Chiesa, Giovanni Russo Spena e Lidia Menapace. Infondate, invece, sono risultate le voci che volevano in quel ruolo Giuliana Sgrena.
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