Che sia un modo per far parlare di sé è fuor di dubbio ma il fatto che Fedez, uno che comunque la si pensi sul personaggio è e rimane uno dei maggiori comunicatori italiani, aprirà un canale Onlyfans è tema di discussione. La piattaforma è diventata nota per essere stata letteralmente colonizzata da contenuti porno. Questo riporta d’attualità un fatto: e cioè che gli unici siti “sostenibili” solo da clic di pubblicità e views, come spiegò qualche anno fa Milena Gabanelli, sono proprio quelli carichi di contenuti vietati ai minori. Per sopravvivere sul web occorre trovare strategie sempre nuove, pensare fuori dagli schemi. Ma, al di là della boutade e della promessa che non offrirà video sopra le righe, la scelta di Fedez di sbarcare su Onlyfans si presta a un ragionamento. E riguarda il modello che propone quella piattaforma. Fatta di abbonamenti ad personam e dialogo im-mediato tra chi posta e chi fruisce del contenuto. La troppo folta messe di sgallettate che rivelano (nella maggior parte dei casi mentendo in maniera spudorata) di incassare fior di quattrini grazie a Of l’ha trasformata in una vera e propria miniera d’oro. Per i suoi proprietari, s’intende. Gli ultimi dati asseriscono che il fatturato di Onlyfans sia da capogiro: 1,1 miliardi. La maggior parte del traffico è nei Paesi anglosassoni, Stati Uniti in testa, dove la piattaforma fattura 733 milioni. Solo le briciole finiscono ai 3,2 milioni di creators che si spartiscono poco più di 1.750 dollari ciascuno all’anno. È sempre la solita storia: tutti ci provano, a diventar ricchi agitandosi davanti a un obiettivo (in un modo o nell’altro) ma alla fine è il banco a vincere l’intera posta in palio. Fedez o no, Onlyfans rappresenta al meglio il funzionamento del mondo digitale. E i suoi numeri fanno impressione. Ma fa letteralmente venire il mal di testa pensare a quanto, allora, incasserà Meta dove i “creators” e gli utenti, tra Facebook e Instagram, sono significativamente molti di più.
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