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FALSO IN BILANCIO E FRODE FISCALE PER BERLUSCONI. MA IL PROCESSO MEDIASET VA INCONTRO ALLA PRESCRIZIONE

Il processo Mediaset si arricchisce di nuove e tribolate vicende.
Il premier Silvio Berlusconi è accusato di falso in bilancio e frode fiscale. Secondo il pm Fabio De Pasquale, Fininvest, società di investimenti appartenente al gruppo Mediaset, avrebbe comprato a prezzi “gonfiati” delle serie tv americane per creare dei fondi neri che arriverebbero ad un valore di 270 milioni di euro. Milioni sottratti al fisco e versati nelle tasche del Cavaliere. Il contenzioso ha una complicata storia giudiziaria, essendo stato interrotto in due occasioni, nel 2008 dal Lodo Alfano e nel 2010 con la legge per il legittimo impedimento. Il procedimento cade in prescrizione nel prossimo aprile: una corsa contro il tempo per i magistrati della prima sezione penale di Milano, alla ricerca di prove per fare luce sulla complicata questione.
Nel pomeriggio della giornata di ieri era prevista un’udienza alla quale avrebbe dovuto presenziare anche il Presidente del Consiglio che, però, non si è presentato appellandosi al legittimo impedimento. Negli stessi orari previsti per l’udienza Berlusconi avrebbe dovuto incontrare il premier macedone Nikola Gruevski. Non si è fatto attendere il rifiuto dell’istanza da parte dei giudici, che con un’ordinanza hanno respinto le richieste della difesa. Il presidente del collegio, Edoardo D’Avossa, ha spiegato che quella di ieri era una udienza rogatoriale di complessa organizzazione, avviata addirittura nel 2007. All’ordine del giorno c’era la testimonianza di un teste su un “argomento lontano nel tempo”.
Sempre in data 5 ottobre la Corte Costituzionale ha dichiarato l’ammissibilità del conflitto di attribuzioni sollevato dal Governo contro il Tribunale di Milano. In precedenza la Presidenza del Consiglio aveva chiesto alla Consulta l’annullamento dell’ordinanza con la quale il primo marzo del 2010 il collegio rifiutò il rinvio dell’udienza per la concomitanza col Consiglio dei Ministri. I giudici della Corte si sono limitati a riconoscere in via preliminare la legittimazione dei due poteri dello Stato ad intervenire in giudizio e la sussistenza in astratto della materia del contendere. La decisione definitiva arriverà tra qualche mese, probabilmente nell’estate dell’anno prossimo.
Giuseppe Liucci

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