Fake news, Martusciello chiede interventi normativi

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In un recente intervento il commissario Agcom Antonio Martusciello è tornato a parlare del fenomeno delle fake news. La linea dell’Autorità si sostanzia nella richiesta di interventi normativi, al fine di evitare iniziative da parte dei gestori di piattaforme digitali. Martusciello ha invocato una assimilazione dei principi inerenti ai media tradizionali per quanto riguarda il sistema di responsabilità. Quindi, in base a quanto detto dal commissario, non possono più coesistere regimi diversificati. Martusciello ha sottolineato il crescente interesse dei media digitali per la veicolazione delle notizie. Quest’ultima dà adito a diverse problematiche, citate dallo stesso commissario, come l’eccesso di notizie e la mancanza di “gerarchizzazione” (difficoltà per l’utente di percepire l’attendibilità).
Il fenomeno delle fake news è certamente amplificato dalla veicolazione pervasiva dei contenuti sui social network. Notizie a volte poco attendibili diventano virali grazie a numerose condivisioni. La diffusione di news di minore qualità è anche condizionata dai ricavi pubblicitari. E’ il cosiddetto clickbaiting, fenomeno che si avvale di titoli accattivanti per indurre l’utente a condividere link falsi o addirittura truffaldini. La condivisione genera un aumento dei proventi pubblicitari. Questo fenomeno si diffonde facilmente sui social, dal momento che in essi tutti hanno la facoltà di inserire contenuti. La mancanza di criteri formali per distinguere le notizie buone da quelle cattive favorisce ancora di più il click baiting. In tutto questo i giganti di Internet negano di avere responsabilità in merito al controllo dei contenuti. E’ principalmente per questo motivo che Martusciello vorrebbe un intervento legislativo. Va detto che negli ultimi mesi Facebook e Google hanno messo in atto iniziative per limitare la diffusione delle bufale. Secondo alcune ricerche, però, il problema potrebbe essere alla radice. Infatti, la diffusione delle fake news sarebbe stimolata dalla polarizzazione degli utenti, poco inclini ad ascoltare punti di vista diversi su questioni sulle quali hanno già idee ben radicate.

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