L’Espresso sarebbe stato “sempre in perdita” e perciò il gruppo Gedi avrebbe deciso di cederlo, si apre un nuovo fronte di scontro sulla vicenda relativa alla cessione del settimanale alla Bfc Media. Nel mirino dei giornalisti adesso è finito l’amministratore delegato del gruppo, Maurizio Scanavino. Che, secondo quanto rivelato dai colleghi de “La Stampa”, avrebbe sostanzialmente definito come economicamente “cotto” l’Espresso, le cui perdite avrebbero pesato in maniera quasi incontrovertibile sui bilanci di Gedi. Ma dalle parti del settimanale, i giornalisti smentiscono categoricamente quelle che hanno bollato come “fake news”.
Secondo le ricostruzioni dei giornalisti, Scanavino avrebbe sottolineato le perdite continue della testata. E, insieme a ciò, avrebbe bollato il settimanale come un giornale che ormai avrebbe fatto il suo tempo. Ma in una nota apparsa sul sito istituzionale de L’Espresso, i dipendenti hanno smentito la versione attribuita all’amministratore delegato Gedi. “Facciamo notare che in base ai dati comunicati dall’azienda, le perdite operative dell’Espresso, oltre a rappresentare una quota più che trascurabile rispetto al passivo del gruppo, sono nettamente diminuite nell’arco degli ultimi tre anni, un trend che, sempre secondo quanto comunicato dai vertici aziendali, era destinato a proseguire anche nel 2022”.
Ma non basta: “Tutto questo in una situazione di mercato estremante difficile, che ha penalizzato pesantemente anche il conto economico delle altre principali testate del gruppo. Ricordiamo inoltre che solo un mese fa, in un incontro con la direzione generale il comitato di redazione dell’Espresso si era sentito rassicurare sul futuro della testata poiché i conti per quanto in perdita erano in miglioramento e le ricorrenti voci di una possibile cessione della testata erano totalmente infondate. In quell’occasione il deficit dell’Espresso era stato definito importante ma in miglioramento rispetto al 2020-21 ed era stato assicurato che non erano previsti tagli di borderò né di altro tipo”.
Sulla “fine” de L’Espresso, i giornalisti hanno tuonato. “Rispediamo al mittente le considerazioni sulla morte del giornalismo d’inchiesta e di approfondimento e troviamo quantomeno sorprendente che l’amministratore delegato di Gedi consideri obsoleto un settimanale che, secondo quanto previsto dagli accordi con l’acquirente, continuerà a essere offerto ogni domenica in allegato obbligatorio a Repubblica almeno fino a 31 marzo 2023”.
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