Il terreno di scontro che vede i signori di Cupertino contendersi la mira con quelli di Menlo Park è Vevo, la piattaforma musicale di condivisone di video.
Sia i rappresentanti del motore di ricerca che del social network avrebbero messo gli occhi sul sito di musica, maggior partner di Youtube lanciato a fine del 2009 e di proprietà di Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Abu Dhabi Media Company.
Solo nel mese di Aprile, Vevo ha raccolto 48 milioni di visitatori, sebbene attualmente il servizio sia attivo solamente negli USA e in Canada.
Questo gran traffico di visitatori ha solleticato l’interesse di Google e Facebook per una partecipazione azionaria, interesse a cui i rappresentanti di Vevo hanno risposto con l’incarico conferito alla banca Allen & Co., di occuparsi della possibilità di accogliere nuovi investitori, vendere in blocco o lanciare un’Ipo.
Indiscrezioni sulla ricerca di nuove risorse e nuovi investitori per rinforzarsi in vista dell’attuazione del piano di globalizzazione del suo servizio erano già circolate, ma per i nuovi azionisti c’è da fare i conti con YouTube, che fornisce la piattaforma ed è partecipe della raccolta pubblicitaria, della quale drena circa il 30% dei ricavi, questo fino al termine del contratto prebvito tra un anno tra le due parti.
Ma la partita per Vevo non è la sola giocata dal social di Zuckerberg, infatti sembra che siano nell’aria ulteriori cambiamenti per Facebook.
Nuove funzionalità per le pagine, la timeline, gli strumenti per gli amministratori e la privacy, tutti argomenti su cui saranno chiamati a rispondere proprio gli utenti.
È infatti prevista una votazione in rete che durerà una settimana, a partire da ieri primo giugno, perché il voto sia valido e abbia effetto sulle decisioni dell’azienda, ad esprimersi dovrà essere almeno terzo dell’utenza, quindi circa 270 milioni di utenti.
Un’iniziativa democratica volta a dare ascolto al popolo della rete, il cui giudizio è considerato di alta qualità e nel caso in cui non si raggiunga il quorum delle votazioni, verrà preso in considerazione il voto indicativo di maggioranza.
Zuckerberg colpisce e stupisce ancora una volta.
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…
La web tax ha aperto un dibattito anche all’interno del governo. Il sottosegretario alla presidenza…
Così parlò Barbara Floridia, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai: “È fondamentale che chi…
Tutti spiati: l’inchiesta a Milano mette in seria discussione alcune delle libertà fondamentali del cittadino…