Esiste un acronimo in lingua inglese, molto popolare in rete: «NSFW» (Not Safe For Work), ossia «questo link non è adatto a essere visto mentre sei al lavoro». Può essere la sintesi della vicenda accaduta recentemente ad una utente di Facebook. Il magazine online «Theories of the Deep Understanding of Things» ha pubblicato in bacheca la foto di una ragazza bionda e sorridente, lascivamente adagiata in una vasca da bagno, coperta di schiuma. Ma il social network di Zuckerberg ha immediatamente censurato quell’immagine in base alle regole che gli iscritti devono seguire per vivere nel mondo virtuale di Facebook. Stavolta, però, il controllori dei contenuti hanno preso un granchio. L’istantanea «indecente» bisogna osservarla attentamente. Solo poi si capisce che non si tratta di un seno, quello che affiora dalla vasca, bensì di un innocente gomito. In realtà, lo scatto è stato pubblicato su Facebook dai blogger di «Theories of the Deep Understanding of Things» allo scopo di «testare il sistema usato da Facebook per riconoscere ed eliminare le foto osé». E infatti: i moderatori sono intervenuti nel giro di poche ore eliminando la fotografia (solo in apparenza) sconcia. Pubblicare lo scatto di un seno scoperto, equivale infatti quasi certamente alla rimozione dell’immagine in questione o, nei casi più gravi, alla sospensione dell’account. Secondo il protocollo di Facebook, i capezzoli maschili vanno bene, quelli femminili no. Peccato che l’immagine, a ben guardare, fosse del tutto casta. «I valutatori di Facebook non sanno distinguere un gomito da un pericolosissimo e inquientante seno femminile», scrive Theories of the Deep Understanding of Things. Che aggiunge: «Nessuno ci ha chiesto nulla e la foto è sparita. Immaginate la nostra sorpresa». La policy del popolare social network non ha molte sfumature. L’utente non può mettere tutto quello che vuole sulla sua bacheca personale. Dopo la segnalazione di un abuso delle linee guida, interviene di regola un gruppo di lavoro dedicato, dopo che è già intervenuta una massiccia operazione di filtraggio da parte di aziende terze che fanno questo lavoro in appalto. Gli utenti si vedranno perciò eliminate le foto di donne nude, inviti sessuali espliciti, immagini che rappresentano giocattoli e feticci erotici in contesti sessuali. Censurate anche le foto ritoccate con Photosphop in una luce negativa, il linguaggio esplicito e violento. Qualche mese fa era montata la protesta per gli scatti rimossi da Facebook e i profili oscurati delle madri che allattavano i loro bambini senza coprirsi il seno. A settembre, invece, Zuckerberg & Co. avevano chiuso temporaneamente il profilo Facebook della storica rivista americana The New Yorker a causa di una «volgare» – ma in realtà innocua – vignetta satirica che ritraeva Adamo ed Eva sotto l’albero delle mele realizzata dal disegnatore Mick Stevens. Lei, Eva, era ritratta in topless. Ovviamente.
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