Nessun dietro front da Facebook contro le fake news, i vertici di Menlo Park in una conferenza stampa a NewYork ha fatto sapere ai giornalisti presenti che non eliminerà le fake news dal social network . “Bannare dal social fake news? E’ una cosa che non si fa . “Vediamo pagine che rilanciano quello, che loro considerano opinioni e analisi ma che altri chiamano fake news” . “Crediamo che cancellare queste pagine potrebbe essere contrario ai principi di base della libertà di espressione”. Merlopark mercoledì scorso ha invitato negli uffici di Manathan i giornalisti per informarli giornalisti della loro strategia contro le fakenews e la disinformazione. Facebook ha deciso di eliminare post razzisti, sessisti ma non le notizie false e continuerà a fare fact checking, come annunciato lo scorso giugno e premierà le fonti affidabili dagli utenti. Il giornalista della Cnn Oliver Darcy ha poi chiesto ai vertici facebook perchè lasciassero on line il sito di cospirazionista di Alex Jones seguito da 900 followers, che nei giorni scorsi ha annunciato una nuova guerra civile negli Stati Uniti negli Stati, pianificata dai Democrati . “Ma se siete così impegnati nella lotta alle fake news – ha chiesto – perché la pagina InfoWars è ancora presente sul social?”.“Facebook è stato creato come posto in cui persone diverse potessero aver voce. Ed editori diversi hanno punti di vista diversi” ha detto Hegeman alla Cnn. “Sappiamo che c’è una tonnellata di roba problematica, come teorie del complotto o dichiarazioni fuorvianti, e questo infastidisce anche me – ha aggiunto Sara Su – Ma dobbiamo trovare un modo di definire la questione e capire in che modo possa riguardare la nostra policy”
“C’erano due possibilità – ha dichiarato nelle scorse ore Facebook su Twitter – Bannare una pagina che diffonde notizie smontate dai fact checker o “declassarle”, così da renderle visibili a pochissime persone. Abbiamo scelto la seconda strada”. Il social network, quindi, penalizza quei post che sono stati segnalati dagli utenti e classificati come falsi dai fact checker, in modo che non compaiano nella sezione notizie. O compaiano a pochissimi utenti con un abbattimento delle visualizzazioni future dell’80 per cento, secondo le stime dello stesso Facebook. Ma il cronista dell’emittente inglese ha replicato ai vertici di Merlo Place, definendo la posizione del social network poco credibile. “Se Facebook pensa che un contenuto non sia buono, non sarebbe meglio che non lo vedesse nessuno?”. Le pagine chiamate in causa “hanno a quanto pare anche account Youtube e Twitter, immaginiamo per le stesse ragioni”. L’anno scorso Facebook ha comprato l’etichetta Disputed Flags, che avrebbe segnalare a Manlo park le fake news , ma l’acquisizione della società non è servita a Menlo Park, perché il blocco dei contenuti avrebbe danneggiato il social network.” È l’effetto del confirmation bias, il pregiudizio di conferma: il debunking è destinato a fallire – spiegava tre anni una ricerca di Walter Quattrociocchi e del Laboratorio di scienza sociale computazionale dell’Imt di Lucca – perché si tende a cercare e scegliere contenuti che confermino le proprie idee”
Marcella Losco
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