Facebook e Instagram a pagamento? La “regina” di tutte le bufale potrebbe diventare, presto, realtà. Ma sui social s’è già scatenato il panico. Immotivato. Difatti, la strategia di Mark Zuckerberg, che è una risposta alle nuove normative Ue in materia di dati e pubblicità, non sarà così impattante come sembrano temere gli utenti.
A lanciare la “bomba” è stato il New York Times, che di sicuro non è un giornale da clickbait. Secondo un dossier visionato e pubblicato dai giornalisti del quotidiano americano, Menlo Park potrebbe scegliere di proporre, agli utenti, una versione a pagamento dei social per skippare le pubblicità. In pratica, chi vorrà (e quindi non tutti gli iscritti), potrà scegliere di corrispondere qualcosa a Meta per evitare di vedere pubblicità sui suoi social. In fondo non sembra esserci nulla di nuovo sotto al sole. È quello, per intendersi, che già fa da moltissimo tempo Youtube, oggi società nelle mani di Google, che propone agli utenti abbonamenti a pagamento per consentire la visione dei contenuti senza spot.
La scelta di Zuckerberg consentirebbe a Meta di adeguarsi alle più stringenti normative europee. E sarebbe già un passo avanti. Già, perché qualche tempo fa, da Menlo Park fecero trapelare l’ipotesi, in caso di nuovi regolamenti Ue, di chiudere i social in tutta Europa. Era il febbraio del 2022 quando Meta lasciò intendere di essere pronta ad abbandonare uno dei mercati globali più redditizi solo per far pressioni sulla Commissione Ue alle prese con i regolamenti sul divieto di immagazzinare i dati degli utenti europei sui server americani. Fu un bluff che, però, lungi dal sortire effetti di sorta su Bruxelles, costò a Zuckerberg un tracollo in Borsa.
Al momento, ammette lo stesso New York Times, non si sa a quanto potrebbe ammontare la cifra richiesta da Meta agli utenti che vorranno utilizzare Facebook a pagamento e senza pubblicità. È un’ipotesi. Che, però, è già stata accolta in maniera abbastanza fredda dalla maggioranza degli iscritti. E in queste ore non sono mancate, accanto alla “regina” delle bufale divenuta notizia verosimile, una valanga di fake tra gli utenti che non hanno la minima intenzione di scucire un euro per frequentare gli spazi virtuali di Zuckerberg.
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