Una “sciocchezza”, perchè ‘Repubblica’ è solo “un giornale fatto di carta e inchiostro, come tutti i giornali del mondo, e fatto di notizie e idee”. Ezio Mauro ospite di Lucia Annunziata a ‘In mezz’ora’, respinge seccamente l’accusa che da tempo viene rivolta al giornale che dirige, ovvero quella di essere un partito. Piuttosto, dice riferendosi alle centinaia di migliaia di firme arrivate in calce agli appelli promossi da ‘Repubblica’, “è una community, non un partito. E’ una cosa diversa”. E dunque, insiste Mauro, “nessun golpe, nessun progetto politico: l’unico obiettivo è fare un buon giornale domattina. Tutto qua”. E lo spazio dedicato a Silvio Berlusconi e al caso escort “non è un attacco: sono le notizie messe in fila, cercando di capirne il senso e andando alla ricerca della verità, per i cittadini che hanno il diritto di sapere e conoscere: noi cerchiamo di dargli gli strumenti”.
Il direttore di ‘Repubblica’ ribatte anche alle accuse di conflitto di interessi per le attività economiche di Carlo De Benedetti, editore del quotidiano: “Repubblica fa capo alla Cir, non c’è mica un partito dietro”. E soprattutto “noi siamo sul mercato finchè vendiamo e raccogliamo pubblicità. Il giorno in cui non avessimo una giustificazione sul mercato, chiuderemmo”. Al contrario, Mauro ricorda prima l’attacco del ‘Giornale’ al direttore di Avvenire Dino Boffo, poi quello di Mediaset al giudice Mesiano, e infine ricorda gli editoriali di Vittorio Feltri contro Gianfranco Fini: “E’ stato intimidito Fini, dal giornale di famiglia, non per quello che ha detto, ma per quello che potrebbe dire: qualsiasi autonomizzazione del centrodestra passa attraverso la figura di Fini, e l’attacco è stato un avvertimento a tutta la nomenklatura della destra italiana, e il tentativo di rompere un possibile punto d’equilibrio”.
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