Categories: Franco Abruzzo

Cronista presa a spintoni all’Expo

Una sequenza non degna di un Paese civile: una giornalista bloccata per le braccia, spintonata e allontanata di peso durante la visita ad Expo del primo ministro italiano e del leader di una rock band. È quanto accaduto ieri, domenica 6 settembre, alla collega di Skytg24 Alessandra Del Mondo che, con tanto di pass riservato alla stampa e microfono, era impegnata nel resoconto della visita ad Expo del premier Matteo Renzi e del leader degli U2 Bono. Durante il suo lavoro, la collega è stata bloccata alle spalle, fisicamente trascinata e con violenza allontanata dalla sua posizione da un appartenente alle forze dell’ordine. Un comportamento inspiegabile, ingiustificabile e inqualificabile in quanto la collega si trovava in una zona lontana rispetto a quella dove in quel momento si muovevano le personalità e dove erano presenti altri giornalisti che infatti, come tutti possono vedere sui principali siti d’informazione, hanno giustamente filmato la scena. “Una scena che non avremmo mai voluto vedere e che provoca profonda amarezza, testimoniando ancora una volta quanto ancora occorra fare, in Italia, per difendere il ruolo dei giornalisti e di tutti coloro lavorano nel mondo dell’informazione”. Il presidente del Gruppo cronisti lombardi (Gcl) Cesare Giuzzi e il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti (Alg) Paolo Perucchini, a nome dei giornalisti lombardi esprimono solidarietà alla collega Alessandra Del Mondo. “Chiediamo alle istituzioni competenti e ai responsabili di Expo di garantire sempre la sicurezza dei colleghi che si trovano ad operare nel sito, ricordando il ruolo fondamentale che riveste l’informazione. Tutti i giornalisti presenti ad Expo, e regolarmente accreditati, sono già stati oggetto di uno screening particolarmente approfondito in base alle procedure di sicurezza. Analisi, per altro, che non ha mancato di evidenziare situazioni grottesche riguardo al rilascio degli accrediti. Nel caso specifico, ci chiediamo come sia possibile che un appartenente alle forze dell’ordine possa aggredire fisicamente una collega con tanto di pass e microfono in bella vista”.

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