E’ passato quasi un mese dalla sentenza della Corte di Strasburgo che ha (ri)condannato lo Stato a risarcire, di 10 milioni di euro, l’emittente Europa 7 per non essersi vista riconoscere le frequenze televisive che sempre lo Stato italiano, evidentemente in un lucido intervallo, le aveva riconosciute. Tre anni fa si era pronunciato il Consiglio di Stato, riconoscendo la richiesta di risarcimento avanzata da Europa 7 nei confronti dello Stato, ed attribuendo all’emittente di Francesco Di Stefano un risarcimento di 1 milione di euro che, stante la natura dei debitore, sarebbe gravato pro quota su ciascun contribuente.
La vicenda per il vero durava da oramai oltre 13 anni: Europa 7 nel 1999 aveva vinto la gara per una concessione nazionale, ma non aveva mai avuto le frequenze per trasmettere: di qui una lunga battaglia giudiziaria che ha coinvolto anche la Corte di giustizia europea. Qualche anno fa, poi, il ministero dello Sviluppo economico aveva cercato di metterci una pezza, assegnando all’emittente una frequenza liberatasi grazie alla ricanalizzazione dello spettro chiesta dall’Unione Europea. Nei progetti di Francesco Di Stefano c’era l’idea di fare una televisione tutta nuova con «molta informazione, indipendente dalla politica e dai grandi interessi, con programmi intelligenti, molta satira e buoni film». Ovvero l’esatto contrario della TV generalista italiana.
Oggi Europa 7 trasmette (unica in Italia) con lo standard DVB-T2. Una scelta a dir poco “futuristica” ma di ultima generazione. Ciò consente infatti non solo di avere una migliore qualità del segnale (e quindi tutto in HD) ma anche un’eccellente sincronizzazione dello stesso, che permette quindi la visione di tutti i canali diffusi attraverso l’attuale digitale terrestre (DVB-T1). Di Stefano ha recentemente ricordato come è nata la decisione di partire subito con il DVB-T2: «Quando mi hanno dato il canale 8, mi hanno dato una fregatura. E’ un canale difficoltoso per la ricevibilità su cui non potevo fare l’analogico ma nemmeno il digitale. Ho cercato un’altra strada, non potevamo andare verso il baratro. Sono andato in giro per il mondo a trovare una tecnologia che valorizzasse questo canale. Oggi non è un ripiego. Con il T2 è come passare dal bianco e nero al colore. Il Dtt attuale è una tecnologia che per la prima volta abbassa la qualità, si aumenta la quantità a scapito della qualità. La tecnologia T2 ha una qualità strepitosa con la tv lcd, ma la differenza col televisore a tubo catodico tradizionale è pochissima. Si può tenere una buona tv di 30 anni fa. Per non parlare del 3D, con il nostro decoder è già possibile. E ancora risolve i conflitti della numerazione dei canali; se lei vuole Canale 5 al numero uno lo sceglie e basta, come nell’analogico». Fin qui tutto bello. Ma la scelta azzardata di Di Stefano è vincente solo in tecnologia, al momento. Ogni smart card è in paring con il decoder; può essere usata soltanto con quello. Non c’è nessuna possibilità di piratare e registrare, ma soprattutto il decoder non è compatibile con le tessere Mediaset Premium. Ad oggi l’unica possibilità di vedere i pochi film che trasmette Europa 7 è quella di spendere 129 euro ed acquistare il decoder 7gold, che è in vendita soltanto sul sito europa 7.
In attesa che la tecnologia faccia il suo corso e che i nuovi televisori siano integrati della tecnologia T2, la tv di Di Stefano resterà un miraggio quasi per tutti. La scelta di non trasmettere in DVB-T1 non può spiegarsi soltanto con una necessità. Se Europa 7 non investe in canali free ed inizia a trasmettere anche su mux terzi non avrà via di scampo. Il suo gap giorno per giorno sarà sempre più incolmabile e quando la tecnologia T2 sarà nelle case di tutti gli italiani ormai sarà troppo tardi. Prima o poi i soldi delle multe finiranno…
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