“Non lascerò Repubblica”. Così il fondatore del quotidiano Eugenio Scalfari, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “Io ho avuto un minimo di delusione, di fastidio – ha proseguito -, del fatto che l’ingegnere De Benedetti non mi abbia consultato prima di decidere il nuovo direttore della testata ma me lo abbia comunicato quando il consiglio di amministrazione aveva già deciso. Visto il grande affetto reciproco, pensavo mi consultasse, anche se probabilmente gli avrei dato il nome di colui che poi sarà il direttore, Mario Calabresi. Ha pensato ‘Io decido un nome, e se poi Eugenio ne fa uno diverso, gli faccio uno sgarbo. Dopodichè, De Benedetti mi è venuto a trovare e mi ha chiesto scusa”. In merito all’ipotesi che Scalfari però non scriva più ogni domenica sul quotidiano, il fondatore di Repubblica chiarisce: “Ho chiesto di scrivere senza una data fissa ma quando ho voglia di scrivere, perchè una rubrica fissa richiede un grande lavoro di preparazione, la lettura di un gran numero di giornali ed è faticoso. Poi è venuto Mario Calabresi a trovarmi a casa e mi ha chiesto di continuare con la rubrica domenicale per una serie di ragioni, tra cui: “Quello che tu scrivi serve anche a me per entrare definitivamente dentro l’atmosfera di Repubblica”, mi ha detto. E poi mi ha detto che priverei il paese di una voce importante. Allora ho accettato tutto e continuerò a scrivere di domenica”.
[…] che se ne sarebbe andato lui prima che lo cacciassero. Lascia la direzione ma non il suo giornale, sul quale continua a scrivere per lunghi anni, intrecciando polemiche e ritraendo i fatti e i personaggi dell’epoca contemporanea. Tanti i […]