Esodati ancora senza risposte. I numeri rischiano di crescere: la situazione

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A rischio non solo le modifiche alle pensioni: se il governo dovesse cadere, a causa delle tensioni interne attuali scatenate dalla richiesta di decadenza di Silvio Berlusconi, a rischio sarebbe anche la risoluzione della questione esodati. Tutto al momento sembra tacere e nonostante l’esercito dei 130 salvaguardati dai decreti del governo Monti, sono in realtà pochissimi gli esodati salvaguardati che, allo scorso 10 giugno, avevano effettivamente ricevuto la pensioni. I dati parlano di appena l’8%: solo in questa minima percentuale hanno effettivamente ricevuto l’assegno, una platea di appena 11.384 persone. E mentre gli ultimi 10.130 esodati che rientrano nel terzo decreto dell’ex governo Monti dovranno presentare  domanda per la pensione alla Direzione Territoriale del Lavoro del loro territorio, entro il 25 settembre, tutto è sospeso per coloro che rientrano nella quarta tranche di esodati prevista dal dl n.102/2013, cioè 6.500 soggetti. La nuova circolare dell’Inps riguarda, infatti, i 6.500 soggetti lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto tra il primo gennaio 2009 e 31 dicembre 2011, in ragione della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro medesimo. Al momento, però, l’Inps non rigetterà le domande dei soggetti beneficiari di questa ulteriore salvaguardia, ma per il via libero definitivo bisognerà aspettare le istruzioni ministeriali. Confcommercio intanto ha lanciato, proprio qualche giorno fa, un nuovo allarme sui cosiddetti esodati del commercio, cioè per tutti quei lavoratori autonomi che, dopo aver cessato l’attività e aver restituito alle autorità licenze e autorizzazioni, si trovano senza fonti di reddito e senza pensione.

Massimo Vivoli, presidente Fipac Confesercenti, ha spiegato che “ai commercianti fino all’introduzione delle norme Fornero spettava un indennizzo destinato alle aziende commerciali in crisi. L’indennizzo veniva erogato per un massimo di tre anni, fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia: 60 anni per le donne e 65 per i colleghi uomini.

Ma le cose sono cambiate con la nuova riforma Fornero, che ha inasprito i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, innalzando l’età pensionabile e lasciando questa categoria di lavoratori senza alcun sostegno”.

Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil chiedono, inoltre, di modificare il regolamento per l’armonizzazione all’assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al pensionamento anticipato di categorie di personale iscritto presso l’Inps, l’ex-Enpals e l’ex-Inpdap, che colpisce i lavoratori grafici e poligrafici e la riforma del sistema dell’Editoria a livello nazionale.

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