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ESAME DI STATO PER I GIORNALISTI: UN MURO PER LA PROFESSIONE

Tanti, forse troppo bocciati alle prove scritte: Di chi è la colpa?
Una buona percentuale di iscritti all’Esame di Stato viene bocciato. Tale prova consiste in due parti: scritto e orale. Il primo “scoglio” prevede la sintesi di un articolo; la redazione di un testo ex novo su uno dei temi consigliati dalla Commissione, infine un questionario a risposta multipla di cultura generale. Poi c’è l’orale. Questo verte su degli argomenti prestabiliti: storia, teoria e tecniche del giornalismo, sociologia, psicologia, concetti giuridico-economici, deontologia, conoscenza dei media. Sempre per la prova orale è prevista la discussione di una tesina scritta dall’esaminando su un tema da lui scelto.
Bene. Analizzando i dati forniti dall’Ordine e riassunti dalla testata “Giornalismo e democrazia”, notiamo che dal 2006 ad oggi una buona percentuale viene scartata. Ad esempio nel 2009, su 1421 candidati, solo 989 hanno superato la prova scritta. Il colloquio orale ne ha poi “eliminati” altri 34. Dunque solo il 67% degli iscritti è risultati idoneo. Negli altri anni le cose vanno meglio, ma non bene. Nel 2006 su 1402 candidati 1058 sono stati idonei; nel 2007 su 1443 iscritti solo 1072 sono ora professionisti; nel 2008 la Commissione è stata più “buona”: l’85,2% dei pretendenti è stato ritenuto idoneo; nel 2009, come accennato prima, è stato l’anno record per gli scarti: rimandati ben 366 iscritti; nel 2010 su 1042 ne sono stati scartati 204; l’anno scorso ci si è avvicinato al record negativo: solo il 76,3% ha superato l’esame. Anche quest’anno, analizzando i dati sulle prove scritte svoltesi il 24 aprile, la commissione ha respinto un centinaio di candidati su 267 iscritti.
Approfondendo i dati si evince che è la prova scritta ad essere l’ostacolo maggiore. Dunque è la sintesi e la redazione di un articolo a fare più “vittime”. Perché? Una domanda tanto intrigante quanto complessa. In realtà tutti coloro che sono ammessi a sostenere l’Esame, magari con un back ground diverso, dovrebbero saper confezionare un testo.
Infatti solo per accedere all’Esame bisogna avere dei requisiti di tutto rispetto. Tanto per iniziare è ora obbligatoria la laurea (prima non lo era). Conseguita questa, possono accedere alla selezione i praticanti (ovvero giovani che hanno svolto un praticantato di almeno 18 mesi presso una testata registrata); coloro in possesso di un master biennale in giornalismo o che hanno frequentato una Scuola di specializzazione; infine ci sono gli ammessi d’ufficio. Questi non hanno né completato il praticantato, né conseguito titoli specialisti. Tuttavia sono accolti perché l’Ordine regionale di appartenenza ne certifica una adeguata esperienza e preparazione.
Dunque, ritornando alla domanda iniziale, di chi è la colpa?

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