Il “faccia a faccia” che non ti aspetti. I vertici di Google da una parte, quelli del governo italiano dall’altra. L’incontro è andato in scena durante il “Big Trent” di Roma l’evento organizzato negli spazi del Tempio Adriano da Google e da Uniocamere.
Erik Schmidt, ceo del colosso di Mountain View, accolto come una vera e propria star, ha rilasciato importanti dichiarazioni su futuri investimenti che Google vorrebbe fare nel Belpaese.
In particolare, il ceo ha parlato di economia digitale e dell’aiuto che il popolare motore di ricerca, vorrebbe offrire agli imprenditori italiani affinché possano portare ancora più in alto il brand legato al “made in Italy”.
Nel nostro paese l’e-commerce rappresenta solo il 2% del Pil e il potenziale di crescita è davvero molto interessante.
Il nostro sistema informatico, con l’arrivo di capitali freschi, potrebbe rimediare al gap di ritardi accumulati in questi ultimi anni, rispetto ad altri paesi dell’euro-zona e del resto del mondo.
Secondo Schmidt, l’Italia può e deve sfruttare l’eccellenza e la qualità dei suoi prodotti, famosi e richiesti in ogni angolo del pianeta.
E il solo modo per veicolare con successo il marchio tricolore è lo sfruttamento della rete: ecco perché, il leader di Mountain View ha posto, come condizione essenziale, che il governo italiano s’impegni a garantire la banda larga veloce per tutti. In cambio, ha assicurato, Google sarà pronta a investire sul made in Italy.
Lo ha detto e ribadito, Schmidt, in occasione del workshop romano, nell’incontro che ha avuto con il Ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo con la quale ha individuato già alcune strategie da inserire in un progetto più ampio di valorizzazione dei prodotti agro-alimentari, previsto per il 2014.
Google si prefigge di dare una mano all’imprenditoria italiana, sopratutto quella media e piccola, perché la crescita digitale possa fare da volano per l’intero comparto economico-industriale in un momento delicato come questo, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto la soglia del 40%.
Tocca ora al governo recitare la sua parte.
D’altronde, se un colosso come Google dimostra di credere nelle capacità e nella professionalità della imprenditoria tricolore, il minimo che si possa fare è non tradirne la fiducia.
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