Free FuTool. Eravamo 4 amici al bar. Oggi siamo manager di successo

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Come nelle fiabe di tanto tempo fa, potremmo iniziare questa storia con il classico “C’erano una volta”… 4 giovani laureati che speravano di trovare un impiego serio e gratificante, per guardare al futuro con maggiore ottimismo.
Anziché inviare curricula a destra e a manca o piangersi addosso come facevano tanti loro coetanei, Federico, Paolo, Jacopo e Tobia – questi i nomi dei nostri protagonisti – pensarono di “rimboccarsi le maniche” e cercare loro un lavoro, creando una start up al giorno.
Ebbene sì: freschi di titolo accademico e pieni di risorse (non certamente economiche), gli startapper liguri volevano avere sempre 1000 cose da fare amavano mettere in cantiere progetti diversi e sopratutto generare continuamente nuove idee.
Spaziando da un possibile “business model” all’altro (una delle trovate più originali fu l’apertura di una catena di focaccerie in Brasile, paese che si preparava ad ospitare competizioni di livello internazionale come i Mondiali di calcio e le Olimpiadi), nell’ottobre del 2012 arrivarono alla creazione di “Free FuTool”.
Si trattava del primo book per appunti distribuito gratis a tutti gli studenti dell’Ateneo genovese. L’omaggio era possibile grazie ai ricavi pubblicitari provenienti da alcune campagne di advertising, inserite all’interno del quaderno stesso.
Gli studenti trovarono molto utile questo servizio visto che erano costantemente alle prese con annotazioni ed appunti, e in più trovarono molto convenienti alcune proposte promozionali a loro dedicate.
Il successo fu pieno ed immediato, tanto che oggi Free FuTool viene distribuito in 7 città italiane (Genova, Milano, Roma Torino, Padova, Firenze e Venezia), per un totale di 80.000 copie.
Uno dei co-fondatori della start up Tobia Lorenzani, divenuto nel frattempo il responsabile marketing dell’azienda, afferma che il successo va inseguito anche quando non arriva al primo colpo.
Non sono ancora troppo lontani, infatti, i giorni in cui i fondatori di Free FuTool, come tanti altri neolaureati, pensavamo di “cambiare il mondo” con un’idea rivoluzionaria capace di mutare per sempre il loro destino. E così è stato.
Anche se non esistono “ricette miracolose” valide per tutti, l’esempio e la testimonianza di Lorenzani, possono aiutare tanti giovani di talento a comprendere che per raggiungere gli obiettivi è fondamentale non demordere e, nello stesso tempo, amare “il gioco di squadra” perché in una start up bisogna essere “continuamente stimolati” dalle sinergie messe in campo grazie al proprio know how.

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