Dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti arriva un appello al sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles. Il tema è quello scottante dell’equo compenso che, secondo l’ente di categoria, sarebbe direttamente connesso alla “liberazione” – e dunque al miglioramento della qualità del lavoro – dei cronisti stessi.
A firmare l’appello è stato il presidente del Cnog, Carlo Verna che ha parlato apertamente di drammi e di emergenze. E lo ha fatto in audizione, ieri, in commissione Giustizia alla Camera dei Deputati. Al cospetto dei deputati e degli organismi parlamentare, Verna ha spiegato: “La mancanza di un equo compenso costituisce per il giornalismo una drammatica emergenza. Mentre confidiamo in un deciso intervento del nuovo sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, che riesca a dare finalmente concreta attuazione a una legge del 2012 ,la 233 molto farraginosa, ne auspichiamo il rafforzamento nell’ambito delle proposte di legge in discussione”.
Verna ha proseguito: “Ho notato che la spinta delle proposte è quella di tutelare i professionisti dalle imposizioni dei cosiddetti clienti forti. Nella professione giornalistica per i free lance il cliente è per definizione sempre dominante, nella totalità dei casi in cui si parli di compenso minimo, e per di più il giornalista lavoratore autonomo non ha altri clienti al di fuori di quelli forti”. Si tratta, dunque, di quella che lo stesso presidente Cnog ha definito “vergognosa vessazione ambientale, perché caratterizzata da un perverso gioco al ribasso”.
E dunque ha rilanciato “Come previsto dalla proposta di legge Mandelli la titolarità di un’azione collettiva in capo al Consiglio Nazionale dell’Ordine, che potrebbe costituire una svolta anche per l’intervento dei giudici frenati da una legislazione che negli ultimi anni ha tutelato giustamente la libera concorrenza ma lo ha fatto anche a danno della tutela dei lavoratori autonomi più deboli, occorre con urgenza un diverso bilanciamento”.
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