Tu fai l’equo compenso ed Apple cosa fa? Aumenta i prezzi e mette il carico alla giá brutta situazione dei consumatori. E allora Francesco Boccia, parlamentare e tra gli affezzionati alla web tax, usa termini senza mezze misure. “La reazione di Apple – dice – é vergognosa”. Passa poco e il ministro Franceschini, quello che il decreto sull’equo compenso lo ha firmato, gli fa eco. La polemica scoppia e il dibattito infiamma.
Come detto in principio era stato il ministro Franceschini a innescare la discussione: la sua prima dichiarazione a mezzo Twitter era già stata oggetto di dibattito sui giornali e tra gli addetti ai lavori.
iPhone5S16GB: Francia 709€ (copia privata 8€) Germania 699 (cp 36€) Italia ora 732 (cp 4€). Apple fa pagare cp solo ai suoi clienti italiani
— Dario Franceschini (@dariofrance) July 22, 2014
Il ragionamento del Ministro è il seguente: Apple non avrebbe dovuto riversare sui consumatori finali l’aumento del balzello, avrebbe dovuto assorbire l’aumento intaccando i propri margini. Il gesto di Cupertino, tuttavia, più che un tentativo di danneggiare i suoi potenziali acquirenti appare come un messaggio mandato al Governo: all’aumento delle imposte sul settore l’azienda di Tim Cook non si rassegna, e per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica adotta questo espediente. A fare le spese tra i due litiganti è però il consumatore italiano: il prezzo di listino dell’iPhone era già tra i più alti del mondo, e questo nuovo aumento non migliora certo la situazione. POi é toccato all’onorevole Boccia, che prima ha twittato il suo pensiero e poi s’é espresso sul su blog.
#Equocompenso, grave ritorsione #Apple.Subito norma #UE contro elusori o rafforzare ruling+sanzioni mld http://t.co/D1g2YJUciV #webtax
— Francesco Boccia (@F_Boccia) July 23, 2014
“È evidente – scrive Boccia – che senza una giusta e equa tassazione dell’economia digitale le OTT (over the top), oggi catalogabili di fatto tra gli elusori totali, si sentono legittimate ad operare nel mercato come più conviene. Gravissimo, e al tempo stesso emblematico, il caso dei rincari dei prodotti Apple dopo la norma del governo sull’equo compenso per copia privata. Le multinazionali del web quando si tratta di pagare un contributo giusto nel Paese in cui si producono profitti alzano immediate barricate. Forse perché diminuiscono di qualche centesimo le risorse che finiscono nei loro conti offshore?” .
LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI – Sul tema si esprimono anche le associazioni. ”Grave e inaccettabile il comportamento di Apple che di fatto penalizza solo i consumatori italiani con l’aumento dei prezzi dei dispositivi”. Lo dice il presidente di Audiocoop (che rappresenta 170 etichette discografiche indipendenti italiane) e portavoce della Rete dei Festival Giordano Sangiorgi, che propone alle associazioni di consumatori italiani di lanciare ”una class action per questi sovrapprezzi totalmente ingiustificati che avvengono in Italia e fanno costare i prodotti in modo esponenziale piu’ alto rispetto ad altri paesi”.