I posti di lavoro hanno lo stesso valore, in termini sociale e di economia, che si tratti di realtà piccole o più blasonate? Certo che si, tuttavia la redazione di www.d1television.it lancia un allarme dalla Sicilia, precisamente da Catania: “Nella terra di Pirandello lo si può considerare quasi normale se un sindaco di una città come Catania, dopo quasi 3 anni, si accorge della crisi dell’editoria televisiva, forse perché ora tocca a giornalisti e tecnici di una rete più blasonata e quindi non di serie B”.
Alla redazione di D1 Television proprio non sono piaciute le dichiarazioni del sindaco Vincenzo Bianco, anzi Bianco viene accusato di voler scaricare su altri le proprie responsabilità. Sintomo di quella incapacità politica, dicono ancora parlando del sindaco dalla redazione, della classe che governa il Paese, ma che non ha fatto nulla negli ultimi 3 anni.
Lo stesso editore di D1, Francesco Di Fazio, aveva prospettato al sindaco Bianco la creazione un ponte istituzionale tra Catania e Palermo per affrontare al meglio le problematiche dell’editoria, ma dal giugno 2013 in poi non c’è stato alcun incontro “per l’indisponibilità della sua stessa segreteria agli impegni presi”.
“La crisi non si risolve con le pacche sulle spalle o rimandando ad altri soluzioni come gli ammortizzatori sociali che tra l’altro esistono già e sono materia sindacale”.
Per superare questo quadro c’è bisogno di un impegno vero, tangibile, da parte della politica. In tal senso si sta lavorando, ma sarebbe opportuno conoscere le realtà locali nelle loro specificità per conoscere i veri problemi dei territori ed indicare le soluzioni per poter continuare, editori ed emittenti televisive, a lavorare e salvare posti di lavoro.
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