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Emittenza locale. Pirovano (Odg): “A radio e tv locali una parte del canone Rai”

“Le tv locali stanno vivendo il peggior periodo dalla loro nascita. Chiusure, licenziamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà ormai sono una costante che non riguarda solo un’area geografica ma accomuna tutta l’Italia. Ultima in ordine di tempo, la ristrutturazione a Telenorba, tv pugliese, una delle più importanti in Italia, dove sono state tagliate 43 persone (otto giornalisti e 35 tecnici)”. Lo scrive Paolo Pirovano, segretario nazionale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani, intervenendo sul quotidiano online giornalemetropolitano.it Pirovano, che è anche tra i leader del Movimento Giornalisti Liberi, componente rappresentata sia all’Ordine, sia alla FNSI, sottolinea come “in Lombardia centinaia di colleghi sono in solidarietà, in cassa integrazione o disoccupati. La situazione non è migliore in Piemonte, mentre nel Lazio la storica emittente T9 è stata messa in liquidazione dall’editore Edoardo Caltagirone. Risultato: 20 dipendenti sono stati mandati a casa. In Emilia non se la passano bene Antenna Uno, Telereggio, TeleTricolore, Rete 7. C’è un dato che rende preoccupante questa crisi. Gli ascolti sono in crescita ma i fatturati diminuiscono. Non è dunque una questione legata alla qualità dei contenuti o al cambiamento delle abitudini dei telespettatori, questo no. Il colpo di grazia l’ha dato il passaggio al digitale terrestre (ogni televisione per poter trasmettere con quel segnale e aggiornare gli impianti ha speso in media 6 milioni di euro) che si è concluso nel 2012, che è stato contemporaneo e parallelo alla congiuntura economica. Digitale terrestre che ha favorito i principali network e i grandi gruppi. La torta è insomma diventata più piccola ma i commensali sono aumentati: basta guardare il numero di canali disponibili sul Dtt per comprendere ciò di cui sto parlando. I tagli delle «misure a sostegno della emittenza locale» hanno fatto ovviamente il resto”.
“Inoltre – scrive ancora il segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti – i ricavi pubblicitari delle tv locali, in base a uno studio di Confindustria Radio tv, erano pari a 481 milioni di euro nel 2012: a fine 2014 si arriverà a 400 mln. Gli addetti, che erano 4.388 nel 2012, caleranno drasticamente a quattromila unità. L’emittenza radiotelevisiva locale (ma nello stesso ambito non escludo carta stampa e internet) costituisce un patrimonio del territorio in cui opera, perché interagisce con cittadini ed enti locali, dà posti di lavoro e offre a piccoli e medi imprenditori di farsi pubblicità a costi contenuti, cosa che sarebbe impossibile sui network nazionali. Per rilanciare il comparto servono politiche specifiche e non pannicelli caldi come il recente decreto Lotti che sulla carta favorisce prepensionamenti e nuove assunzioni (ogni tre prepensionati un nuovo assunto) ma di fatto non cambia di molto la situazione e manda in rovina l’Inpgi, l’istituto di previdenza, costretto a pagare pensioni di una certa portata a fronte di nuovi contributi per forza di cose irrisori”.

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