Elon Musk non perde tempo. Prima ingaggia Tucker Carlson, il controverso giornalista giubilato dalla Fox, per un “programma” su Twitter, poi attacca Meta sostenendo che Whatsapp spia gli utenti e lanciando, contemporaneamente, un servizio di messaggistica istantanea per l’Uccellino Blu. Infine, annuncia un drastico repulisti degli account fermi da anni avvisando osservatori, analisti e investitori. Se ci sarà un crollo di profili aperti, rinfocolando l’ormai antica polemica sui numeri veri del social che ha acquistato per 44 miliardi di dollari da Jack Dorsay e soci. Insomma, non vi spaventate: è tutta colpa di chi lo avrebbe ingannato ai tempi della trattativa. Ma le cose, quando si parla di Elon Musk, corrono veloci. E così ha annunciato, ieri, di aver individuato chi amministrerà la società di Twitter al posto suo. Si insedierà a giugno e, cosa più importante, sarà una donna.
Un altro schiaffo in pieno viso a Big Tech che, nel silenzio generale, in realtà si è dimostrata molto più maschilista, nei posti di guida, degli altri rami d’industria. Costretti, loro, a subire una pesante e profonda pressione per rivedere le quote di genere all’interno dei loro Cda. Mentre gli Over the top, come al solito, continuavano a fare quello che preferivano.
Tre le sfide per Musk. Una sullo streaming, l’altra sulla messaggistica e quindi al sistema politico e giudiziario Usa. Un attacco su tutti i fronti. Che potrebbe portare a clamorose conseguenze nelle prossime settimane.
