La decisione dell’Edpb è arrivata giovedì scorso. Era attesa da tempo L’European Data Protection Board, il garante della privacy Ue, ha dato un mese di tempo “al più tardi” all’Irlanda per far diventare operativo il divieto di trasferimento dei dati degli utenti di Meta dai server europei a quelli americani. Da Dublino, fanno sapere che lo strumento sarà pronto entro metà maggio. La palla passa nel campo di Meta che, adesso, potrebbe decidere di tramutare in realtà le minacce di Zuckerberg, ossia di “spegnere” il servizio dei suoi social sul territorio dell’Unione europea.
La questione è semplice. I dati degli utenti europei vengono trasferiti, da Meta, su server Usa. L’Ue vuole chiarezza e pretende un regime normativo che sia quantomeno pari, in termini di privacy e di diritti, a quello che vige in Europa. Una presa di posizione forte che è sbarcata anche all’interno del Parlamento europeo. Dal momento che è stata approvata in materia una risoluzione, dalla commissione per le libertà civili con 37 voti a favore, 21 astenuti e nessun contrario, che, pur riconoscendo che ci sono stati dei passi avanti invita la Commissione europea a “non concedere agli Stati Uniti una decisione di adeguatezza che consideri il livello di protezione dei dati personali sostanzialmente equivalente a quello dell’Ue e consenta il trasferimento di dati personali tra i paesi Ue e Usa”. Sullo sfondo c’è la questione del Data Privacy Framework tra Ue e Usa.
Meta già da tempo ha minacciato, più o meno velatamente, di “spegnere” Facebook e Instagram in Europa. È accaduto a febbraio scorso, quando la questione divenne tema di dibattito pubblico sui dati personali. In un report presentato alla Sec, la multinazionale ventilò l’ipotesi di un disimpegno sul mercato europeo qualora non si fosse trovata una soluzione alla vertenza legata al trasferimento dei dati dall’Ue agli Usa.
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