La relazione di fine aprile in cui l’Agcom ha analizzato il rapporto tra la professione giornalistica e le nuove tecnologie fornisce spunti sulle dinamiche attuali del settore. L’innovazione sta cambiando radicalmente l’editoria, incidendo notevolmente sulla qualità dell’informazione. L’Autorità fa riferimento alle fuzzy news e alle soft news, notizie veloci da leggere, ma che offrono ben pochi spunti di approfondimento. Ma rilevanti effetti si registrano anche in relazione alla velocità dell’informazione. Gli editori sono stati costretti ad adattarsi a nuove dinamiche. I cambiamenti tecnologici portano il bene informazione ad avere una bassa escludibilità. La sua natura di bene creativo, che non obbedisce alle normali leggi di massimizzazione del profitto, crea un eccesso di offerta sul mercato. Da ciò derivano problemi in relazione alla distribuzione: da un lato ci sono pochi grandi soggetti, dall’altra una miriade di piccoli operatori. L’informazione è anche un bene di esperienza, caratterizzato cioè da asimmetrie informative tra il consumatore e l’editore. Queste ultime sono spesso causa di fallimenti di mercato. La digitalizzazione ha portato ad una polverizzazione dell’offerta e ha drasticamente ridotto gli introiti degli editori. L’aumento di offerta gratuita è causa di una minore propensione al pagamento del consumatore che, di conseguenza, assottiglia il finanziamento del settore. Questo processo ha portato gli investimenti pubblicitari ad assumere un ruolo di primo piano.
I social network alimentano il flusso di notizie, cambiando profondamente il modo di porsi del giornalista nei confronti della professione. Gli operatori del settore utilizzano ancora prevalentemente fonti primarie, di diretta percezione, per il reperimento delle notizie. E’ innegabile, però, la crescita dell’importanza delle agenzie di stampa, sia per il giornalista che per il consumatore. Inoltre più delle metà dei giornalisti italiani utilizza i social network come fonte di informazione. D’altra parte l’uso delle piattaforme sociali è ormai diffuso ad ogni strato della popolazione. I social ampliano l’importanza dell’informazione come strumento di alterazione delle opinioni della massa. Le principali teorie a riguardo mettono in luce l’influenza esercitata sull’opinione dei cittadini dall’ordinamento seguito nella trattazione delle notizie. Specialmente in relazione all’informazione politica la veicolazione di notizie può risultare decisiva. Normativa antitrust e discipline settoriali sono finalizzate ad una corretta espressione del pluralismo informativo. Ma occorre lavorare anche sull’indipendenza degli operatori nella fase di raccolta delle fonti e produzione delle notizie.
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