Editoria al tempo dei social, come smascherare le bufale sul web

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Oggi tra giornali online e social network abbiamo una straordinaria possibilità: essere informati pressoché in tempo reale. Le bufale sono in agguato, figlie della necessità di accaparrarsi “click”, “like” e condivisioni, ma difendersi e capire chi merita la nostra fiducia è possibile

L’informazione in tempo reale, resa possibile dalle dinamiche del web e dei social network, è una delle caratteristiche fondamentali della comunicazione dei nostri giorni. Ne è un esempio il recentissimo video andato in diretta streaming su Facebook Live con cui la giovane afroamericana Diamond Reynolds ha mostrato al mondo l’agonia del suo fidanzato (vittima di un agente di polizia, nel Minnesota, dopo che era stato fermato per un controllo stradale).

Una grande potenzialità in termini di impatto e diffusione. Ma ci sono non poche note dolenti, perché proprio i social network sono anche una fonte quasi inesauribile di notizie false, a volte riprese perfino da giornali ed emittenti televisive che non verificano adeguatamente i fatti per non arrivare ultimi.

In tempi recenti è capitato in concomitanza con eventi di grande rilievo, che hanno catturato l’attenzione del mondo intero. Un caso piuttosto famoso è quello del giovane messicano che tramite Twitter ha visto pubblicata la sua foto tra le vittime di una serie di disastri (l’aereo EgyptAir precipitato nel Mediterraneo, la strage di Orlando e l’attentato all’aeroporto di Istanbul).

A volte è semplice per il lettore capire che qualcosa non quadra, altre volte non tanto. Per questo motivo France 24 ha deciso di pubblicare una guida sulla verifica di video e foto sui social media. La guida è stata tradotta anche in italiano dai blogger di Valigia Blu, blog collettivo sul mondo dell’informazione curato dalla fondatrice del Festival del giornalismo di Perugia, Arianna Ciccone.

Ma cercando tra i testi di settore ce n’è uno che spesso viene indicato come una vera e propria “bibbia” della verifica dei fatti: si tratta del Verification Handbook di Craig Silverman. Il giornalista imprenditore americano, che cura il blog Regret the Error sul sito del Poynter Institute, ha messo insieme un vademecum sugli errori, l’attenzione e la verifica delle fonti.

In questo progetto Silverman si è avvalso dell’aiuto di giornalisti investigativi e specialisti di comunicazione digitale. I temi affrontati, come detto, vanno dalla verifica dei contenuti prodotti dagli utenti, alla verifica delle immagini e dei video, fino alla copertura mediatica nelle situazioni di emergenza. Anche il Verification Handbook è stato tradotto in italiano, a cura di Slow News, ed è scaricabile gratuitamente dal sito verificationhandbook.com.

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