Matteo Renzi, in conferenza stampa di fine 2014, pone l’accento su giornalismo e editoria e il difficile momento che stanno vivendo: entrambi questi mondi hanno una funzione estremamente importante per il Paese, ma devono saper cambiare pelle a seconda dei tempi. “Il mondo è diverso rispetto a 15 anni fa – dichiara Renzi – anche rispetto al sistema editoriale. Io facevo lo strillone, apprezzo l’odore della rotativa, aspettavo il giornale di notte a Firenze…”. Il premier continua facendo riferimento a due serie Tv: “apprezzo House of cards, non come modello, e allo stesso modo sono contento di vedere Newsroom: mi piace da impazzire l’idea della funzione sociale del giornalismo. E’ affascinante e suggestivo il tema di cosa sono oggi gli editori e l’informazione. Bisogna chiedersi, ad esempio, com’è possibile che in Italia abbiamo il maggior numero di telefonini e il minor utilizzo di banda”. Anche il mondo della Tv necessita di novità, “non siamo più nell’85: oggi il tema non è più il duopolio Rai-Mediaset, ma come arrivano le informazioni globali“.
La ricetta per cambiare marcia
Secondo Renzi le difficoltà del momento possono e devono essere superate con grande volontà, determinazione ed intelligenza dagli stessi imprenditori: “Ho una penna, regalo di Natale di una importante marca. Quest’azienda da quando ci sono i pc vende più di prima, ha investito sulla qualità”. Quindi, prosegue il primo ministro, se cambiano le modalità di fruizione e di utilizzo di un bene o un servizio, la soluzione sta nell’adattarsi il più rapidamente possibile al mondo che cambia. “Questo vale anche per il giornalismo – prosegue Renzi – ma non tocca al presidente del Consiglio affrontare questi temi”.
Riforme per editoria e giornalismo?
Servono cambiamenti, e riforme vengono chieste, in effetti, da più parti. “Il registro degli editori può essere certo utile ma non è quello il punto”, mentre per quanto riguarda la riforma dell’ordine dei giornalisti Renzi non commenta: “non dirò quello che penso degli ordini e della legge di riforma dell’ordine dei giornalisti”, anche se ammette che “c’è tutto l’interesse personale e la volontà politica di confrontarsi con voi”.
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