Editoria 0-16, forti segnali di crescita. Mentre il settore, in generale, non brilla e soprattutto il cartaceo segna il passo, le vendite per bimbi e ragazzi sono sensibilmente aumentate tra il 2014 e il 2015, con un incremento del 6,4 per cento
Un dato consolante anche se inferiore rispetto a quello fatto registrare in altri Paesi, addirittura il doppio negli Stati Uniti (più 13 per cento), mentre la Gran Bretagna mette a segno un più 8 per cento. Ancora: sempre più titoli “young-adult” affollano i nostri scaffali, cartacei o digitali. Una percentuale in costante crescita, da qualche tempo a questa parte e in modo sensibilmente marcato negli ultimi mesi.
E cresce il peso degli appuntamenti editoriali dedicati al settore. Con tanto di sempre più seguiti premi letterari ad hoc. Non solo Strega o Viareggio, dunque, nei calendari di esperti e aficionados: ma il sempre più affermato Nati per Leggere, oppure il Premio Andersen che compie 33 anni, o ancora il Children’s Book Fair di Bologna che coinvolge ormai tutta la città.
E un anello importante della catena sono le biblioteche, che organizzano sempre più spesso (in particolare quelle di piccole e medie dimensioni) corsi e incontri per la lettura, nei quali ovviamente coinvolgere non solo i ragazzi, ma anche genitori. Ad esempio, un dinamico circuito di quattro biblioteche della Liguria (Borghetto Santo Spirito, Balestrino, Boissano e Toirano), organizza ogni anno “corsi di lettura ad alta voce”, e di “aggiornamento sull’editoria per bambini e ragazzi”.
Sottolinea Barbara Faccini, responsabile del “Sistema Bibliotecario Valle Varatella”: “E’ un settore che vediamo in costante crescita, un’editoria effervescente, con molte pubblicazioni di qualità che si affacciano sul mercato. Anche da noi l’utenza è in aumento, mi riferisco soprattutto alla fascia che riguarda l’infanzia e la primaria. E’ prioritaria, evidentemente, l’attività con le scuole, attraverso laboratori di lettura, ma in estate organizziamo anche appuntamenti suddivisi per fasce di età, mostre di libri”. Il 19 agosto, ad esempio, prende il via “App, pop app, libri e storie animate”, un viaggio attraverso i libri tridimensionali per ragazzi, organizzato, fino al 20 settembre, a Borghetto Santo Spirito.
Di questo strategico segmento editoriale parliamo con Barbara Schiaffini, direttore della ‘storica’ rivista Andersen, mensile di informazione sulla letteratura per l’infanzia.
Partiamo dal premio, che secondo gli addetti ai lavori è il più importante riconoscimento italiano attribuito ai libri per ragazzi.
Cerchiamo di contribuire a far conoscere al grande pubblico non solo le opere di autori già affermati, ma anche le voci nuove e i talenti emergenti, i progetti più innovativi e originali, registrando e promuovendo i processi di cambiamento in questo settore editoriale. Viene riservata particolare attenzione alle più svariate forme del libro per ragazzi, dai volumi tutto cartone ai romanzi per l’adolescenza. Della giuria, composta dai redattori di Andersen, fanno parte anche i fondatori della storica Libreria dei Ragazzi di Milano.
Un premio in vita da oltre trent’anni. Le ultime novità?
Fino a tre anni fa il premio era organizzato per fasce di età, fino ai 16 anni, che coprivano un po’ tutto, dalla narrativa agli album illustrati, alla grafica. Poi, da tre anni appunto, abbiamo creato una nuova fascia, oltre i 15, per la narrativa young-adult: ed è significativo che un premio come Andersen abbia dato vita ad una sezione con più titoli dedicati all’editoria di qualità per piccoli e meno piccoli. Poi altre due new entry: il premio per le migliori produzioni digitali e per i fumetti d’autore.
Settore effervescente, allora, dove non crescono solo fatturati e numeri, ma anche la qualità?
Sì. I dati sono incoraggianti. Ma c’è anche un trend che lascia ben sperare. Negli ultimi anni sul versante della narrativa per adolescenti si registra una crescita della qualità, stiamo tornando alla proposta del romanzo d’autore. Ciò significa non più solo serialità, fantasy e via di questo passo, ma attenzione forte alla costruzione di storie, di personaggi. Stiamo tornando a titoli che possono durare, stiamo ricominciando a creare un’ossatura forte di catalogo. Anche per il libro a fumetti, il cosiddetto ‘romanzo grafico’, siamo di fronte a una qualità crescente.
Passiamo al versante digitale.
Anche qui c’è molto fermento. Si tratta di un mercato che cresce, non in modo particolarmente rapido, ma costante. E si stanno progressivamente sviluppando nel nostro Paese realtà che progettano creazioni digitali, app, e-book: e stanno sperimentando nuovi linguaggi.
Ma qual è il rapporto con il cartaceo?
E’ qui uno dei nodi. Si stanno realizzando, per via digitale, nuovi progetti e prodotti innovativi. Ma non può mancare, per andare verso la qualità, un pensiero forte su strategie narrative e di linguaggio. Non basta, in sostanza, riversare su una piattaforma quel che prima si faceva col cartaceo. E’ necessario coniugare contenuti di qualità e nuove forme digitali.
Vede dei segnali positivi in tal senso?
Mi pare di sì. Si stanno sviluppando delle realtà nate per creare linguaggi digitali, delle start up di giovani. Penso, per fare un esempio, a Minibombo, in vita da tre anni, che cerca anche di coniugare cartaceo e app per i piccolissimi. E riuscire a mettere insieme quel che il cartaceo può ancora dare, con la interattività delle app non è semplice: ma può essere la chiave giusta per sviluppare ancora di più questo settore dell’editoria. Con un occhio, sempre, alla qualità.